Economia
Scuola, tagliati 13 docenti
E’ stato confermato il taglio di tredici docenti alle scuole superiori. Una situazione insostenibile a parere del FLC CGIL che ha “combattuto” per far si che ciò non accadesse. “A settembre, con l’avvio dell’anno scolastico, sulle cattedre delle scuole superiori della nostra Provincia avremo tredici docenti in meno, – comunica Marco Ramella Trotta, sindacalista della CGIL – quando invece saranno preseti in aula 170 studenti in più”.
E’ stato confermato il taglio di tredici docenti alle scuole superiori. Una situazione insostenibile a parere del FLC CGIL che ha “combattuto” per far si che ciò non accadesse.
“A settembre, con l’avvio dell’anno scolastico, sulle cattedre delle scuole Superiori della nostra Provincia avremo tredici docenti in meno, – comunica Marco Ramella Trotta, sindacalista della CGIL – quando invece saranno preseti in aula 170 studenti in più. La gestione dell’organico e delle classi, con questi numeri, creerà una situazione inaccettabile con classi formate al di fuori dele regole e in violazione delle stesse norme di sicurezza”.
Dati questi a cui si aggiungono 23 docenti che perderanno la cattedra e dovranno essere impiegati in altri posti.
La FLC CGIL di Biella dichiara che continuerà in ogni sede a richiedere unità aggiuntive di personale. Il sindacato è pronto a ogni tipo di mobilitazione per ottenere le risorse necessarie per far funzionare le scuole.
I problemi per l’istruzione però, non sono finiti qui. Lunedì sono terminati i contratti a tempo determinato per i precari che lavorano all’interno delle scuole. Si tratta d’insegnanti e personale ATA che hanno ottenuto un incarico annuale. Allo scadere del contratto, grazie all’intervento del sindacato FLC CGIL di Biella, alcuni di loro sono riusciti ad ottenere una proroga. Di fatto, alcuni docenti, lavoreranno fino al termine degli esami di maturità; invece, per i bidelli, tecnici e impiegati di ufficio, la protrazione è fino al 31 di agosto, per permettere di tenere aperte le scuole. Questo provvedimento però, non è stato applicato a tutto il personale precario, bensì solo alla parte che è stata autorizzata dall’amministrazione in seguito alla richiesta dei dirigenti. Gli altri hanno dovuto iscriversi come disoccupati al centro per l’impiego, ricevendo così la quota di TFR che gli spettava per l’anno lavorativo, iniziando a percepire l’ Aspi o Mini-Aspi.
“Sono dei costi non irrilevanti per le amministrazioni – queste le parole di Marco Ramella Trotta – la quota di TFR che deve essere versata ad ogni precario è pari circa ad una mensilità. Inoltre, inizieranno a percepire la disoccupazione, che è a carico della collettività. In termini economici, sono grandi spese che potrebbero essere evitate. Basterebbe renderli tutti lavoratori di ruolo, o per lo meno far sì che il contratto duri fino al 31 di agosto”.
Elisa Porelli
Virginia Cerato
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