Seguici su

Economia

Il fallimento che ti porti dentro quando chiudi un negozio

Pubblicato

il

Solo chi ha avuto un’attività e ha dovuto rinunciarvi riesce a comprendere fino in fondo cosa si prova

Mi chiamo Francesca Chilà e scrivo per raccontare la mia storia e rispondere alla lettera della commerciante "innamorata" Elena Marta, per altro cara amica.

La mia storia inizia nel 2003 quando decido di realizzare il mio più grande sogno: aprire un negozio tutto mio. Decido di farlo nel paese dove sono nata e cresciuta: Candelo, e di scegliere un nome che ricordasse in qualche modo le sue origini, così "creo" La Dama Ysangarda. Anch'io come Elena ero innamorata del mio lavoro, il mio negozio era tutta la mia vita, ci ho creduto con tutta me stessa! Sette anni ho resistito! Sette anni nei quali ho visto, come te Elena, duplicarsi l'INPS, aumentare l'IVA, schiacciarci con tasse che mi toglievano il sonno la notte! E come te mi sono messa contro  tutti perchè credevo in un sogno , perchè il mio negozio era la chiave di volta per esprimere la mia creatività, quella che altrimenti sarebbe rimasta inespressa!

Anch'io come te ho sacrificato una parte della mia vita privata prendendo la decisione di rimanere aperta tutte le domeniche. Solo chi ha avuto un'attività e ha dovuto rinunciarvi riesce a comprendere fino in fondo cosa si prova quel senso di fallimento che ti porti dentro nonostante tutti dicano… che non e' colpa tua… che è il "momento" che non è favorevole. Ti senti sconfitto, ti senti come se avessi perso una parte di te, sono emozioni forti che a parole e' difficile spiegare.

Ma una cosa ho imparato dalle mie sconfitte, ogni singolo cliente che in quei sette anni e' passato dalla Dama Ysangarda ha contribuito a formare la persona che sono oggi, perchè in un mondo dove tutti corrono, dove anche le casse dei supermercati stanno diventando automatiche per tagliare il personale, ci sono ancora cose che non si possono sostituire… il contatto con i clienti! Sono stati anni indimenticabili, perchè di una cosa sono convinta: nulla può sostituire l'emozione che si prova ad entrare in un negozio gestito da chi e' "innamorato" del proprio lavoro, quindi una cosa mi sento di dirla, ora che non sono più "commerciante": non lasciamo morire le piccole attività, sono ciò che ci rende speciali a dispetto di un mondo che diventa sempre più globalizzato!

Non lasciamo morire Biella e l'Italia. Lo dico ora che vivo all'estero, perchè tutti qui vedono l'Italia come un Paese meraviglioso, fatto di gente che ha un "gusto " innato che altri popoli non hanno. Non facciamoci schiacciare dalle multinazionali, torniamo ad essere quelli che eravamo! Non lasciamo che tutti "emigrino" alla ricerca di un lavoro, perché è vera la frase: per uccidere un uomo basta togliergli la dignità… quella di un lavoro!

Io mi sono ritrovata a 35 anni, troppo vecchia! Cosi mi sono sentita rispondere ai 150 cv inviati per un posto da commessa! Cosi ho fatto la valigia e come i nostri nonni 60 anni fa sono partita alla ricerca di una dignità che l'Italia mi ha negato! Ma sono ancora innamorata di Biella, delle mie radici e di un lavoro che spero un giorno di poter tornare a fare!

Un'ultima cosa voglio dire a tutti i commercianti. Comunque vada sarà un successo! il mio, il nostro, il vostro personale! Perchè comunque vadano le cose, avrete avuto il coraggio di realizzare un sogno. Comunque vadano le cose, avrete lasciato una traccia indelebile di voi.

Francesca Chilà

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook