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Economia

Il collegio dei minusieri compie 397 anni

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Avere 397 anni e non sentirli. E’ un compleanno di tutto rispetto quello che festeggiano oggi i minusieri di Biella. E lo fanno presso la Chiesa parrocchiale di S.Quirico a Trivero, in occasione della ricorrenza di S. Giuseppe. «Saremo oltre un centinaio – spiega il socio Pietro Mosca – a festeggiare il nostro santo patrono».

Avere 397 anni e non sentirli. E’ un compleanno di tutto rispetto quello che festeggiano oggi i minusieri di Biella. E lo fanno presso la Chiesa parrocchiale di S.Quirico a Trivero, in occasione della ricorrenza di S. Giuseppe. «Saremo oltre un centinaio – spiega il socio Pietro Mosca – a festeggiare il nostro santo patrono».

In cosa consiste il Collegio dei Minusieri?
E’ un’associazione di artigiani del legno che, qui a Biella, raccoglie circa una centinaia di iscritti provenienti da diverse fasce d’età.
In quale periodo è nato?
Il collegio è stato fondato nel 1618, ne conserviamo ancora i registri originali. Dalle memorie dello storico Tommaso Mulateri, però, risultano notizie certe di associazioni fra maestri del legno, già intorno al 1245.
Originariamente collaboravano sia falegnami che muratoro, poi, questi ultimi, hanno abbandonato. Fra tre anni spegneremo le 400 candeline, e, per l’occasione, prevediamo di organizzare messa e grande festa al Duomo.
Chi è il presidente dell’associazione?
Da diversi anni questo ruolo è affidato ad Italo Mosca. In passato, come voleva la tradizione, annualmente veniva eletto un chiavaro, che aveva potere di rappresentanza e presidenza del proprio collegio, ma questa usanza si è persa con il passare del tempo.
Si tratta di un collegio molto conosciuto?
Originariamente sì. Si pensi che i Minusieri possedevano una cappella dentro al Duomo. Per qualsiasi persona che volesse conoscere meglio la storia del nostro gruppo, consiglio il libro scritto da Italo Mosca: “Storia del Collegio dei Minusieri di Biella”.
Qual è il programma della festa di oggi?
Faremo una gara d’abilità sulla tecnica di falegnameria. Ad esempio si dovranno avvitare viti di una volta, praticare fori, usare il raschietto per il truciolato… Poi, dopo il pranzo tutti insieme, saranno consegnati i diplomi di priorato a Damiano Scagkia Rat ed Enrico Gila.
Com’è cambiato, negli anni, il lavoro di falegname?
Io sono 34 anni che faccio questo mestiere, si può dire che sono “nato in falegnameria”. Quando la bottega era di mio nonno, lavoravano qui circa 10 persone;ora, con i macchinari che abbiamo a disposizione, tutto il loro lavoro lo faccio praticamente da solo.
Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon falegname al giorno d’oggi?
Massima cura sul lavoro e precisione. Grande passione e riguardo per il legno. Noi, da sempre, prediligiamo legni italiani, derivati dai boschi della nostra penisola; anche se, visto il poco riguardo che oggi si ha per l’ambiente, le piante di qualità sono sempre meno.

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