Cronaca
Si fanno consegnare 500mila euro in contanti
Il ricavato della vendita di una società (ben 500mila euro) gli è stato consegnato in contanti in varie tranches. Ma sono stati scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza. Nei guai sono finiti D.D., imprenditore del settore della ristorazione, C.M., pensionata, e G.C., noto pregiudicato per frode fiscale. Era proprio quest’ultimo, secondo i militari del Corpo, a movimentare in contanti il denaro a favore dei due colleghi d’affari.
Il ricavato della vendita di una società (ben 500mila euro) gli è stato consegnato in contanti in varie tranches. Ma sono stati scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza. Nei guai sono finiti D.D., imprenditore del settore della ristorazione, C.M., pensionata, e G.C., noto pregiudicato per frode fiscale. Era proprio quest’ultimo, secondo i militari del Corpo, a movimentare in contanti il denaro a favore dei due colleghi d’affari.
L’operazione è nata quasi per caso. Gli uomoni del comando provinciale di Biella stavano effettuando alcune indagini in tema di prevenzione e repressione dell’usura e riciclaggio di denaro. Proprio grazie a questi controlli è emerso che la somma versata sui conti correnti derivava dalla vendita delle quote di una società con sede in Germania. Il denaro confluiva su un conto corrente italiano mediante numerosi bonifici bancari.
Successivamente, sempre secondo le Fiamme Gialle, i soldi venivano prelevati per contanti e consegnati – in più tranches – dal titolare del conto corrente “brevi manu” a D.D. (noto per precedenti per reati contro il patrimonio) e all’anziana C.M..
«Questa modalità di “frazionamento” – spiegano dalla caserma biellese – aveva la finalità di eludere i controlli di natura valutaria che vengono svolti dalla Guardia di Finanza e che, nell’ultimo periodo, sono stati incentivati per combattere i fenomeni sempre più dilaganti di finanziamento illecito al terrorismo internazionale e il riciclaggio di denaro “sporco”, proveniente dalla commissione di gravi reati, quali, ad esempio il traffico d’armi e di stupefacenti».
Nel corso delle attività effettuate dal Nucleo di Polizia Tributaria sono state anche approfondite le informazioni segnalate da professionisti, intermediari finanziari e altri soggetti esercenti attività finanziaria con le segnalazioni di operazioni sospette. Veri e propri “campanelli d’allarme” che, opportunamente filtrati dalla Banca d’Italia, vengono successivamente approfonditi dagli organi preposti. Particolarmente salato il conto per i tre trasgressori, che hanno forse dimenticato che per pagamenti superiori ai mille euro la legge obbliga il ricorso ad istituti di credito o alle Poste, per consentirne la tracciabilità. I tre, infatti, oltre alla denuncia, si vedranno recapitare dalle Ragionerie Territoriali dello Stato cartelle di pagamento fino a un massimo di 200.000 euro.
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