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Cronaca

Scoperti tre pedofili che adescavano le ragazzine

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Tre persone nei guai per aver adescato minorenni on line. Solo nell’ultimo mese.
E’ il bilancio dell’attività della locale sezione della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Gli agenti nelle ultime settimane hanno sottoposto a perquisizione domiciliare e personale – e segnalato all’Autorità Giudiziaria – due biellesi ed un individuo residente fuori provincia. Tutti e tre di età compresa tra i 30 e i 45 anni. Il grave reato che viene loro contestato consiste in “qualsiasi atto volto a carpire la fiducia dei minori attraverso artifici, lusinghe o minacce, posti in essere mediante l’utilizzo della rete internet o di altri mezzi di comunicazione, allo scopo di commettere dei reati sessuali”.

Tre persone nei guai per aver adescato minorenni on line. Solo nell’ultimo mese.
E’ il bilancio dell’attività della locale sezione della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Gli agenti nelle ultime settimane hanno sottoposto a perquisizione domiciliare e personale – e segnalato all’Autorità Giudiziaria – due biellesi ed un individuo residente fuori provincia. Tutti e tre di età compresa tra i 30 e i 45 anni. Il grave reato che viene loro contestato consiste in “qualsiasi atto volto a carpire la fiducia dei minori attraverso artifici, lusinghe o minacce, posti in essere mediante l’utilizzo della rete internet o di altri mezzi di comunicazione, allo scopo di commettere dei reati sessuali”.
La richiesta di foto e incontri
Nel caso specifico, nel corso di un incontro tenuto in una scuola biellese, gli agenti hanno appreso della situazione di un’adolescente, convincendola a raccontare dei suoi “contatti” con un adulto, che si era insinuato nella sua vita. Oltre a chiederle immagini personali e private, in più occasioni l’uomo aveva tentato di incontrarla.
Il rischio corre anche su WhatsApp
Successivamente, grazie all’opera effettuata in un’altra scuola biellese dotata di sportello prevenzione del disagio dei ragazzi, gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni sono riusciti a individuare un altro presunto adescatore.
Mediante l’utilizzo di WhatsApp, che come i sistemi Viber e Telegram, Wechat, Snapchat, Instagram e numerosi altri social si sta affermando tra i giovani e i giovanissimi, era riuscito a ottenere immagini pedopornografiche da una minorenne.
“Timori reali”
“Appare quindi evidente – commentano dalla sezione biellese della Polizia Postale – che i timori spesso manifestati dai genitori ed esplicitati nel corso degli incontri con le forze dell’ordine sono assolutamente reali”. E purtroppo il territorio biellese non fa eccezione. Per questo motivo “il consiglio per i familiari rimane quello di cercare di avvicinarsi al mondo virtuale dei propri figli, esercitando il giusto controllo sugli strumenti informatici a loro disposizione”.
La terza vittima
E’ quanto peraltro richiesto proprio dai familiari di un’altra terza giovane vittima rimasta coinvolta in una vicenda analoga. Vicenda che è stato possibile scoprire solo grazie all’intervento di un perito che ha bypassato i sistemi di criptatura e i sotterfugi suggeriti dallo stesso pedofilo alla vittima totalmente circuita.
Adescamento e cyberbullismo: minori nel mirino
Come le cronache nazionali hanno purtroppo evidenziato anche di recente, nel momento in cui le immagini di solito usate per avere una leva maggiore sul minore vengono divulgate indiscriminatamente, alimentando situazioni di cyberbullismo e di isolamento, le conseguenze possono essere estreme. E’ quindi necessario che i genitori mantengano alta la guardia su questa insidiosa tipologia di adescamento, che può durare anche mesi e che, sebbene non implichi necessariamente un contatto fisico, induce il minorenne a considerare come normali, degli atti sessuali tra adulti e bambini. Con conseguenze fisiche e psicologiche devastanti.

Fondamentale la prevenzione
Sempre più spesso, in seguito agli incontri del personale della Polizia Postale con i minori, effettuati sia a scopo informativo che preventivo, emergono tentativi, o, come in questi casi, effettivi abusi da parte di adulti. Questi di frequente costruiscono un vero e proprio legame di fiducia con il minore, inducendolo ad accettare più facilmente incontri o a inviare immagini pedopornografiche autoprodotte, a volte anche in cambio di sostanze stupefacenti.
L’appello ai genitori e agli adulti è quindi soltanto uno: tenete gli occhi ben aperti.

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