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Cronaca

Rubano filati per oltre 50mila euro

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L’indagine è stata lunga, complessa e laboriosa, ma alla fine i carabinieri di Andorno sono riusciti a risalire a tutti presunti responsabili dei furti messi a segno alla Core di Miagliano. Si tratta di tre uomini – Michele S., 46 anni, Benedetto I., 34 anni, Antonio S., 19 – e di due donne – Vincenza P., 32 anni, e Marisa N., 39 -, tutti residenti nel Biellese.  Sono stati  denunciati per furto in concorso.
Diversi colpi messi a segno nel giro di pochi mesi
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori nel corso della lunga indagine, avviata dal compianto maresciallo Antonino Giallombardo e conclusa nei giorni scorsi, i cinque presunti ladri avrebbero messo a segno più di un furto. Il “modus operandi” apparentemente era sempre lo stesso. Uno di loro eseguiva materialmente il colpo insieme a un complice, gli altri tre rimanevano all’esterno dell’azienda fuori a fare da “pali” e “vedette”. Le razzie sono state effettuate tra il mese di novembre del 2015 e marzo 2016.
Danni per oltre 50mila euro
La banda puntava a portar via dallo stabilimento le balle di filati, in particolare lana vergine, acrilico e poliestere. Non pochi chili, ma parecchi quintali, addirittura tonnellate. In pochi mesi, infatti, la ditta di via padre Greggio, il cui responsabile è un uomo di 74 anni residente in città, aveva subito danni ingenti per un valore economico di oltre 50mila euro.

L’avvio dell’indagine
Tre membri del gruppo erano già stati denunciati circa un anno fa, nel marzo del 2016, dopo un tentativo fallito e conclusosi con una fuga rocambolesca, grazie alla determinazione del proprietario dell’azienda e alla rapidità di intervento dei carabinieri. Avendo notato ammanchi sospetti dal magazzino e muletti in posizioni differenti rispetto a quelle in cui erano stati lasciati la sera precedente, l’imprenditore si era insospettito e aveva deciso di trascorrere alcune notti in fabbrica per capire cosa stesse succedendo. La risposta non si era fatta attendere ed era la più ovvia: qualcuno lo stava derubando.
La conferma era arrivata nella notte tra una domenica e un lunedì, quando tre uomini si erano introdotti all’interno dello stabilimento e avevano ripetuto ciò che probabilmente avevano già fatto nei giorni precedenti, caricando alcune balle di lana su un furgone. Il 74enne si era svegliato e aveva tentato di intervenire. Scoperti, i tre si erano dati alla fuga in fretta e furia. Nel frattempo, però, era scattato l’allarme e sulle loro tracce si erano messi anche i carabinieri della stazione di Andorno Micca, con la collaborazione del Nucleo operativo radiomobile. Tre ore più tardi, i presunti responsabili erano già nelle mani dei militari, che li avevano trovati nelle rispettive abitazioni e avevano rintracciato l’automobile sulla quale viaggiavano e il furgone rosso utilizzato per caricare la refurtiva (recuperato in una strada di Chiavazza). Il maltolto, lana acrilica per un valore di circa 15mila euro, era stato restituito al legittimo proprietario.
I tre uomini sospetti erano stati denunciati per furto aggravato. Si trattava di Michele S., Antonio S. e Benedetto I..
Fin da subito i militari ritennero che i tre potessero aver colpito altre volte l’azienda in precedenza. I loro sospetti nel corso dei mesi si sono rivelati fondati e adesso hanno portato anche alla denuncia di altre due persone.

L’indagine è stata lunga, complessa e laboriosa, ma alla fine i carabinieri di Andorno sono riusciti a risalire a tutti presunti responsabili dei furti messi a segno alla Core di Miagliano. Si tratta di tre uomini – Michele S., 46 anni, Benedetto I., 34 anni, Antonio S., 19 – e di due donne – Vincenza P., 32 anni, e Marisa N., 39 -, tutti residenti nel Biellese.  Sono stati  denunciati per furto in concorso.
Diversi colpi messi a segno nel giro di pochi mesi
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori nel corso della lunga indagine, avviata dal compianto maresciallo Antonino Giallombardo e conclusa nei giorni scorsi, i cinque presunti ladri avrebbero messo a segno più di un furto. Il “modus operandi” apparentemente era sempre lo stesso. Uno di loro eseguiva materialmente il colpo insieme a un complice, gli altri tre rimanevano all’esterno dell’azienda fuori a fare da “pali” e “vedette”. Le razzie sono state effettuate tra il mese di novembre del 2015 e marzo 2016.
Danni per oltre 50mila euro
La banda puntava a portar via dallo stabilimento le balle di filati, in particolare lana vergine, acrilico e poliestere. Non pochi chili, ma parecchi quintali, addirittura tonnellate. In pochi mesi, infatti, la ditta di via padre Greggio, il cui responsabile è un uomo di 74 anni residente in città, aveva subito danni ingenti per un valore economico di oltre 50mila euro.

L’avvio dell’indagine
Tre membri del gruppo erano già stati denunciati circa un anno fa, nel marzo del 2016, dopo un tentativo fallito e conclusosi con una fuga rocambolesca, grazie alla determinazione del proprietario dell’azienda e alla rapidità di intervento dei carabinieri. Avendo notato ammanchi sospetti dal magazzino e muletti in posizioni differenti rispetto a quelle in cui erano stati lasciati la sera precedente, l’imprenditore si era insospettito e aveva deciso di trascorrere alcune notti in fabbrica per capire cosa stesse succedendo. La risposta non si era fatta attendere ed era la più ovvia: qualcuno lo stava derubando.
La conferma era arrivata nella notte tra una domenica e un lunedì, quando tre uomini si erano introdotti all’interno dello stabilimento e avevano ripetuto ciò che probabilmente avevano già fatto nei giorni precedenti, caricando alcune balle di lana su un furgone. Il 74enne si era svegliato e aveva tentato di intervenire. Scoperti, i tre si erano dati alla fuga in fretta e furia. Nel frattempo, però, era scattato l’allarme e sulle loro tracce si erano messi anche i carabinieri della stazione di Andorno Micca, con la collaborazione del Nucleo operativo radiomobile. Tre ore più tardi, i presunti responsabili erano già nelle mani dei militari, che li avevano trovati nelle rispettive abitazioni e avevano rintracciato l’automobile sulla quale viaggiavano e il furgone rosso utilizzato per caricare la refurtiva (recuperato in una strada di Chiavazza). Il maltolto, lana acrilica per un valore di circa 15mila euro, era stato restituito al legittimo proprietario.
I tre uomini sospetti erano stati denunciati per furto aggravato. Si trattava di Michele S., Antonio S. e Benedetto I..
Fin da subito i militari ritennero che i tre potessero aver colpito altre volte l’azienda in precedenza. I loro sospetti nel corso dei mesi si sono rivelati fondati e adesso hanno portato anche alla denuncia di altre due persone.

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