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Cronaca

“Mio figlio è stato picchiato fuori da scuola ed è finito all’ospedale”

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«Senza una ragione un ragazzo ha preso a schiaffi mio figlio fuori da scuola». È la madre della vittima dell’episodio di violenza a raccontare quanto successo giovedì pomeriggio, poco prima delle 17, all’esterno dell’Iis “Quintino Sella” di Biella. I protagonisti, purtroppo, sono entrambi giovanissimi. L’aggressore ha 16 anni, l’aggredito frequenta il primo anno delle superiori. Li chiameremo rispettivamente Stefano e Valentino. Ovviamente, visto che oltretutto si tratta di persone minorenni, sono nomi di fantasia. Valentino, dopo lo spiacevole incontro, è stato accompagnato al pronto soccorso. Medicato e sottoposto a radiografia per verificare che lo zigomo non fosse fratturato, alla fine se l’è cavata con una contusione alla retina e una prognosi di otto giorni. Questa la versione dei fatti che ha dato ai genitori e ai poliziotti intervenuti all’ospedale. «E’ iniziato tutto in maniera assurda – riporta la donna -. Mio figlio stava ridendo e scherzando con alcuni amici, quando per caso è stato fatto il nome di un altro ragazzo che non era presente e che lui nemmeno conosce. Sentendo quel nome, è spuntato questo Stefano che lo ha chiamato in disparte e gli ha dato uno schiaffo. Ha quindi chiesto a mio figlio cosa volesse dal  suo amico che aveva appena nominato. Valentino ha spiegato di non conoscerlo nemmeno, l’altro ha ribattuto che allora non avrebbe dovuto neanche  pronunciare il suo nome».
La vicenda non si è purtroppo chiusa lì. «Dopo avergli imposto di mettere le mani dietro alla schiena e avergli mollato il primo ceffone – continua la madre di Valentino -, Stefano lo ha obbligato ad andare a sedersi su una panchina. Quando ha visto che i compagni di mio figlio si avvicinavano, è tornato da lui e gli ha detto di alzarsi e di spostarsi su un’altra panchina ancora. Di fronte alle sue resistenze, ha spiegato che se non si fosse alzato da solo, lo avrebbe “alzato” lui».
Il 15enne ha quindi preferito assecondare il ragazzo più grande, ma non è bastato: «Una volta arrivato sull’altra panchina – spiega la donna -, mio figlio si è preso il secondo violento schiaffo per aver “parlato mentre ti dicevo di stare zitto”. Vista la situazione sempre più tesa, due suoi amici si sono avvicinati per chiedere a questo Stefano di lasciarlo stare. Lui ha reagito rispondendo che nessuno li aveva interpellati e rifilando una testata a uno dei due».
A porre fine al tanto assurdo quanto inammissibile episodio di violenza è stato l’arrivo provvidenziale del padre di uno dei ragazzi: «Quando il bullo ha visto arrivare un compagno di mio figlio insieme a un genitore – spiega ancora la donna -, è scappato via. A quel punto sono rientrati a scuola, dove chi era stato colpito ha ricevuto del ghiaccio da mettere sulla ferita».
Ieri la donna ha chiesto e ottenuto di parlare con il preside di quanto accaduto fuori dalla scuola.
«Mi è stato riferito che questo è un ragazzo molto problematico, inserito in un percorso di sostegno con la collaborazione dell’istituto e seguito dagli assistenti sociali – racconta ancora la madre della vittima -. In sostanza mi è stato spiegato che non si può fare granché. Però mi è stato anche assicurato che in ogni caso, dopo quanto successo, sicuramente il ragazzo non avrebbe più toccato mio figlio».
E in effetti la sera del fattaccio e la mattina successiva il sedicenne si è scusato telefonicamente, ha cercato di mettere una pezza. «Ha mandato anche un messaggio a mio figlio – conferma e conclude la donna -, scusandosi e sostenendo di essersi reso conto di aver esagerato. Ha detto che il pomeriggio successivo si sarebbe fatto restituire gli schiaffi… Il vero problema è che mi risulta non sia la prima volta che si rende protagonista di fatti del genere. In passato ha già aggredito altri ragazzi ed è già stato picchiato a sua volta. So bene che non posso ottenere nulla, che è minorenne e che evidentemente è un adolescente con gravi problemi, ma non per questo deve essergli permesso di alzare le mani. Da genitore mi sembra giusto e doveroso sollevare la questione. So che con mio figlio non se la prenderà più, ma non esiste comunque: non deve più capitare con nessuno».

«Senza una ragione un ragazzo ha preso a schiaffi mio figlio fuori da scuola». È la madre della vittima dell’episodio di violenza a raccontare quanto successo giovedì pomeriggio, poco prima delle 17, all’esterno dell’Iis “Quintino Sella” di Biella. I protagonisti, purtroppo, sono entrambi giovanissimi. L’aggressore ha 16 anni, l’aggredito frequenta il primo anno delle superiori. Li chiameremo rispettivamente Stefano e Valentino. Ovviamente, visto che oltretutto si tratta di persone minorenni, sono nomi di fantasia. Valentino, dopo lo spiacevole incontro, è stato accompagnato al pronto soccorso. Medicato e sottoposto a radiografia per verificare che lo zigomo non fosse fratturato, alla fine se l’è cavata con una contusione alla retina e una prognosi di otto giorni. Questa la versione dei fatti che ha dato ai genitori e ai poliziotti intervenuti all’ospedale. «E’ iniziato tutto in maniera assurda – riporta la donna -. Mio figlio stava ridendo e scherzando con alcuni amici, quando per caso è stato fatto il nome di un altro ragazzo che non era presente e che lui nemmeno conosce. Sentendo quel nome, è spuntato questo Stefano che lo ha chiamato in disparte e gli ha dato uno schiaffo. Ha quindi chiesto a mio figlio cosa volesse dal  suo amico che aveva appena nominato. Valentino ha spiegato di non conoscerlo nemmeno, l’altro ha ribattuto che allora non avrebbe dovuto neanche  pronunciare il suo nome».
La vicenda non si è purtroppo chiusa lì. «Dopo avergli imposto di mettere le mani dietro alla schiena e avergli mollato il primo ceffone – continua la madre di Valentino -, Stefano lo ha obbligato ad andare a sedersi su una panchina. Quando ha visto che i compagni di mio figlio si avvicinavano, è tornato da lui e gli ha detto di alzarsi e di spostarsi su un’altra panchina ancora. Di fronte alle sue resistenze, ha spiegato che se non si fosse alzato da solo, lo avrebbe “alzato” lui».
Il 15enne ha quindi preferito assecondare il ragazzo più grande, ma non è bastato: «Una volta arrivato sull’altra panchina – spiega la donna -, mio figlio si è preso il secondo violento schiaffo per aver “parlato mentre ti dicevo di stare zitto”. Vista la situazione sempre più tesa, due suoi amici si sono avvicinati per chiedere a questo Stefano di lasciarlo stare. Lui ha reagito rispondendo che nessuno li aveva interpellati e rifilando una testata a uno dei due».
A porre fine al tanto assurdo quanto inammissibile episodio di violenza è stato l’arrivo provvidenziale del padre di uno dei ragazzi: «Quando il bullo ha visto arrivare un compagno di mio figlio insieme a un genitore – spiega ancora la donna -, è scappato via. A quel punto sono rientrati a scuola, dove chi era stato colpito ha ricevuto del ghiaccio da mettere sulla ferita».
Ieri la donna ha chiesto e ottenuto di parlare con il preside di quanto accaduto fuori dalla scuola.
«Mi è stato riferito che questo è un ragazzo molto problematico, inserito in un percorso di sostegno con la collaborazione dell’istituto e seguito dagli assistenti sociali – racconta ancora la madre della vittima -. In sostanza mi è stato spiegato che non si può fare granché. Però mi è stato anche assicurato che in ogni caso, dopo quanto successo, sicuramente il ragazzo non avrebbe più toccato mio figlio».
E in effetti la sera del fattaccio e la mattina successiva il sedicenne si è scusato telefonicamente, ha cercato di mettere una pezza. «Ha mandato anche un messaggio a mio figlio – conferma e conclude la donna -, scusandosi e sostenendo di essersi reso conto di aver esagerato. Ha detto che il pomeriggio successivo si sarebbe fatto restituire gli schiaffi… Il vero problema è che mi risulta non sia la prima volta che si rende protagonista di fatti del genere. In passato ha già aggredito altri ragazzi ed è già stato picchiato a sua volta. So bene che non posso ottenere nulla, che è minorenne e che evidentemente è un adolescente con gravi problemi, ma non per questo deve essergli permesso di alzare le mani. Da genitore mi sembra giusto e doveroso sollevare la questione. So che con mio figlio non se la prenderà più, ma non esiste comunque: non deve più capitare con nessuno».

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