Cronaca
“Mi hanno distrutto, io nemmeno li conosco”
Ha uno sguardo tenero, da bravo ragazzo, ma i suoi occhi sono attraversati da un’ombra da quando è rimasto vittima di un brutale pestaggio.
Francesco Gorgoglione, 23 anni, abita in centro Santhià. Fino a giovedì 23 febbraio la sua era una vita normale, tra il computer e la consolle da dj. Francesco infatti ama la musica rap, oltre che ascoltarla la produce con passione e professionalità.
Ora si trova li, davanti alla strumentazione ma con uno spirito diverso dal solito, ferito nell’orgoglio. Si guarda allo specchio e vede un viso ancora tumefatto, tre denti rotti. Ha deciso di incontrarci per raccontare la sua triste storia, una come tante analoghe che purtroppo si registrano di sovente. Un branco di giovani contro uno solo, completamente indifeso. A lui si sono interessati anche i colleghi giornalisti della trasmissione Rai “Chi l’ha visto”.
«Era il 23 febbraio – spiega – e mi stavo recando in corso Italia a Santhià per assistere alla festa di carnevale. A pochi metri da me c’erano mia mamma e mio fratello Damiano, un ragazzo disabile. A un certo punto, due giovani mai visti, si sono avvicinati a lui e hanno iniziato a insultarlo, consapevoli del fatto che, viste le sue condizioni, non si sarebbe mai potuto difendere. Dopo qualche secondo hanno riservato lo stesso trattamento anche a mia mamma. A quel punto io sono intervenuto chiedendo loro per favore di allontanarsi e chiudere lì la vicenda. La mia richiesta non è stata accettata, anzi, uno dei due mi ha sferrato un pugno. Io sono caduto a terra. A quel punto è entrato in azione anche l’altro, e poi altri ancora, cinque o forse sei, tutti contro di me. Sono volati calci e pugni. Io urlavo aiuto».
«La gente – continua – assisteva incuriosita e impassibile, nella totale indifferenza. Anzi, alcuni scattavano foto e facevano video con i telefonini. Mi pare addirittura che anche i vigili fossero presenti.
«Dopo alcuni minuti, sono arrivati i carabinieri – ricorda ancora -. Dei miei aggressori non c’era più traccia. Io sono stato trasportato in ospedale in ambulanza. Alla fine, mi sono stati diagnosticati 72 giorni di prognosi. Tre denti rotti, lesioni gravi all’arcata inferiore delle gengive e sul fianco destro».
Il giorno successivo Francesco si è recato dai carabinieri per presentare denuncia. Pare che i militari gli abbiano riferito che due giovani autori della rissa siano stati identificati. Ma lui non sa chi siano. Vorrebbe vederli in faccia per chiedere il motivo di tanto accanimento nei suoi confronti. Un accanimento che non ha causato solo ferite fisiche. Quelle guariranno, il brutto ricordo no. Resterà indelebile nella mente di un bravo ragazzo.
Mauro Pollotti
Ha uno sguardo tenero, da bravo ragazzo, ma i suoi occhi sono attraversati da un’ombra da quando è rimasto vittima di un brutale pestaggio.
Francesco Gorgoglione, 23 anni, abita in centro Santhià. Fino a giovedì 23 febbraio la sua era una vita normale, tra il computer e la consolle da dj. Francesco infatti ama la musica rap, oltre che ascoltarla la produce con passione e professionalità.
Ora si trova li, davanti alla strumentazione ma con uno spirito diverso dal solito, ferito nell’orgoglio. Si guarda allo specchio e vede un viso ancora tumefatto, tre denti rotti. Ha deciso di incontrarci per raccontare la sua triste storia, una come tante analoghe che purtroppo si registrano di sovente. Un branco di giovani contro uno solo, completamente indifeso. A lui si sono interessati anche i colleghi giornalisti della trasmissione Rai “Chi l’ha visto”.
«Era il 23 febbraio – spiega – e mi stavo recando in corso Italia a Santhià per assistere alla festa di carnevale. A pochi metri da me c’erano mia mamma e mio fratello Damiano, un ragazzo disabile. A un certo punto, due giovani mai visti, si sono avvicinati a lui e hanno iniziato a insultarlo, consapevoli del fatto che, viste le sue condizioni, non si sarebbe mai potuto difendere. Dopo qualche secondo hanno riservato lo stesso trattamento anche a mia mamma. A quel punto io sono intervenuto chiedendo loro per favore di allontanarsi e chiudere lì la vicenda. La mia richiesta non è stata accettata, anzi, uno dei due mi ha sferrato un pugno. Io sono caduto a terra. A quel punto è entrato in azione anche l’altro, e poi altri ancora, cinque o forse sei, tutti contro di me. Sono volati calci e pugni. Io urlavo aiuto».
«La gente – continua – assisteva incuriosita e impassibile, nella totale indifferenza. Anzi, alcuni scattavano foto e facevano video con i telefonini. Mi pare addirittura che anche i vigili fossero presenti.
«Dopo alcuni minuti, sono arrivati i carabinieri – ricorda ancora -. Dei miei aggressori non c’era più traccia. Io sono stato trasportato in ospedale in ambulanza. Alla fine, mi sono stati diagnosticati 72 giorni di prognosi. Tre denti rotti, lesioni gravi all’arcata inferiore delle gengive e sul fianco destro».
Il giorno successivo Francesco si è recato dai carabinieri per presentare denuncia. Pare che i militari gli abbiano riferito che due giovani autori della rissa siano stati identificati. Ma lui non sa chi siano. Vorrebbe vederli in faccia per chiedere il motivo di tanto accanimento nei suoi confronti. Un accanimento che non ha causato solo ferite fisiche. Quelle guariranno, il brutto ricordo no. Resterà indelebile nella mente di un bravo ragazzo.
Mauro Pollotti
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