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Cronaca

Ho acquistato latte in polvere, era scaduto”

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Cibi scaduti messi in vendita al pubblico. Si ripropone oggi un tema che da sempre contrappone produttori e consumatori, a maggior ragione se riguarda la salute dei più piccoli, come in questo caso.

«Dai primi giorni di vita e fino ad oggi che ha 5 mesi, ho allattato il mio bambino con il latte artificiale. Come di consueto, quindi, lo scorso venerdì mi sono recata in un supermercato di Cossato per acquistare il latte in polvere che da lì a poche ore ho fatto bere a mio figlio – racconta una mamma residente nel Cossatese – Lunedì stavo mettendo a posto la credenza e per caso mi è caduto l’occhio sulla data di scadenza del prodotto: era lo scorso 12 ottobre. A qual punto sono andata in panico».
La donna, che come molte altre mamme acquista quotidianamente dagli scaffali dei supermercati alimenti fondamentali per la crescita dei propri figli, ha immediatamente pensato a quali ripercussioni negative avrebbe potuto avere il latte bevuto nel fine settimana sulla digestione del piccolo. «Mi sono subito preoccupata molto per il mio bambino. Per fortuna il preparato scaduto non ha avuto alcuna conseguenza sulla sua salute ma avrebbe potuto andare peggio – continua la giovane mamma – Penso inoltre che la stessa spiacevole situazione avrebbe potuto capitare ad un bimbo di pochi giorni che ha bisogno dello stesso latte artificiale e in quel caso, se la sua mamma non si fosse accorta della data di scadenza ormai superata, il latte avrebbe avuto sicuramente gravi ripercussioni sul neonato».
La donna ha poi provveduto a contattare telefonicamente il supermercato nel quale aveva acquistato il prodotto per fare le dovute rimostranze. «Ho fatto presente al negozio che la confezione da me acquistata, seppur integra e priva di segni di umidità, fosse scaduta e loro mi hanno risposto che mi avrebbero restituito i soldi. Il denaro, però, se si tratta della salute dei bambini non conta nulla. L’unica cosa che vorrei, raccontando pubblicamente la mia storia, è sensibilizzare i negozianti a controllare le date di scadenza dei prodotti che mettono in vendita, specialmente se sono destinati al consumo dei più piccoli e far presente ai genitori di prestare sempre attenzione prima di somministrare ai loro figli qualsiasi cibo o bevanda, per evitare la spiacevole situazione che è accaduta a me e al mio bimbo».

Cibi scaduti messi in vendita al pubblico. Si ripropone oggi un tema che da sempre contrappone produttori e consumatori, a maggior ragione se riguarda la salute dei più piccoli, come in questo caso.

«Dai primi giorni di vita e fino ad oggi che ha 5 mesi, ho allattato il mio bambino con il latte artificiale. Come di consueto, quindi, lo scorso venerdì mi sono recata in un supermercato di Cossato per acquistare il latte in polvere che da lì a poche ore ho fatto bere a mio figlio – racconta una mamma residente nel Cossatese – Lunedì stavo mettendo a posto la credenza e per caso mi è caduto l’occhio sulla data di scadenza del prodotto: era lo scorso 12 ottobre. A qual punto sono andata in panico».
La donna, che come molte altre mamme acquista quotidianamente dagli scaffali dei supermercati alimenti fondamentali per la crescita dei propri figli, ha immediatamente pensato a quali ripercussioni negative avrebbe potuto avere il latte bevuto nel fine settimana sulla digestione del piccolo. «Mi sono subito preoccupata molto per il mio bambino. Per fortuna il preparato scaduto non ha avuto alcuna conseguenza sulla sua salute ma avrebbe potuto andare peggio – continua la giovane mamma – Penso inoltre che la stessa spiacevole situazione avrebbe potuto capitare ad un bimbo di pochi giorni che ha bisogno dello stesso latte artificiale e in quel caso, se la sua mamma non si fosse accorta della data di scadenza ormai superata, il latte avrebbe avuto sicuramente gravi ripercussioni sul neonato».
La donna ha poi provveduto a contattare telefonicamente il supermercato nel quale aveva acquistato il prodotto per fare le dovute rimostranze. «Ho fatto presente al negozio che la confezione da me acquistata, seppur integra e priva di segni di umidità, fosse scaduta e loro mi hanno risposto che mi avrebbero restituito i soldi. Il denaro, però, se si tratta della salute dei bambini non conta nulla. L’unica cosa che vorrei, raccontando pubblicamente la mia storia, è sensibilizzare i negozianti a controllare le date di scadenza dei prodotti che mettono in vendita, specialmente se sono destinati al consumo dei più piccoli e far presente ai genitori di prestare sempre attenzione prima di somministrare ai loro figli qualsiasi cibo o bevanda, per evitare la spiacevole situazione che è accaduta a me e al mio bimbo».

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