Cronaca
Contadino caccia il ciclista sgradito a bastonate
E’ successo a Pralungo, ora un agricoltore è ora accusato di minaccia grave e di lesioni aggravate.
E’ giunto alle battute finali un curioso processo penale che si sta svolgendo in tribunale a Biella, davanti al Giudice monocratico Pietro Brovarone.
Al centro del dibattimento c’è un episodio avvenuto a Pralungo lo scorso 15 luglio del 2007, per il quale un agricoltore è ora accusato di minaccia grave e di lesioni aggravate.
Stando alla ricostruzione dei fatti dell’accusa, un dinamico e sportivo quarantottenne, alla guida della propria mountain bike, stava percorrendo la strada che dalla Frazione Caramellino di Tollegno sale verso Oropa quando si è fermato per riposare e bere. Pochi istanti ed è stato immediatamente avversato da un contadino sessantacinquenne con una lunga barba ‘patriarcale’ che, proprietario di quei terreni, gli ha chiesto che cosa stesse facendo e se non avesse altri posti dove andare.
E’ nata subito una discussione animata, anche perché il pastore ha continuato a contestargli il diritto di passaggio su quella strada, ritenuta non pubblica, mentre il ciclista ha insistito nel sostenere che la strada fosse transitabile.
Secondo l’accusa, la discussione, sempre più accesa, improvvisamente sarebbe degenerata e l’agricoltore, brandendo un palo di legno di grosse dimensioni, avrebbe colpito con grande violenza la schiena e le spalle del ciclista per poi finire con un violento colpo sul capo sfondando il caschetto di plastica dello sventurato.
E mentre era impegnato a prenderlo a bastonate, secondo la vittima, l’agricoltore l’avrebbe anche minacciato: “Bastardo, vai via che ti uccido e ti do in pasto alle volpi”.
Il ciclista si era così recato al pronto soccorso dove i medici gli avevano diagnosticato una contusione cranica da riferite percosse con una prognosi di cinque giorni.
La vittima, assistita dall’avvocato Domenico Duso, sin dalla prima udienza ha ribadito la sua versione dei fatti. Il contadino ha invece fornito una versione assolutamente diversa e contrastante: ha ammesso di aver partecipato alla discussione, negando però di avere rivolto minacce e soprattutto di avere inferto le bastonate. Assistito dall’avvocato Sandro Delmastro, l’agricoltore – durante le varie udienze – ha sempre ribadito che il ciclista non aveva diritto di transito. Il giudice Pietro Brovarone, date le versioni contrapposte, ha chiesto di poter esaminare il caschetto, che è stato formalmente acquisito al processo.
L’avvocato Delmastro ha osservato che la bastonata avrebbe provocato ben altro danno al caschetto rispetto alla modesta rottura. Nel corso dell’ultima udienza è stato ascoltato in qualità di testimone anche il poliziotto intervenuto, che ha semplicemente sottolineato come, sin da principio, le parti avessero fornito versioni diverse ed incompatibili. Il Giudice ha rinviato tutto al 24 novembre prossimo per sentire l’agricoltore e per la discussione finale e dunque per la pronuncia della sentenza. Sarà l’occasione per comprendere se l’imputato abbia effettivamente minacciato di dare il ciclista… “in pasto alle volpi”.
cronaca@nuovaprovincia.it
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