Cronaca
Biella avrà il tempio crematorio
Entro due settimane cominceranno i lavori di costruzione del forno crematorio di Biella. Dopo un’odissea durata più di vent’anni, ieri Alessandro Ravetti ha apposto la propria firma alla convenzione con il comune
Entro due settimane cominceranno i lavori di costruzione del forno crematorio di Biella. Dopo un’odissea durata più di vent’anni, ieri Alessandro Ravetti ha apposto la propria firma alla convenzione con il comune. Manca ancora un ultimo passaggio in giunta per l’approvazione del progetto esecutivo, dopodiché i lavori potranno definitivamente partire. Il forno crematorio sarà inserito in una grande area del cimitero di via dei Tigli, nella zona sul fondo rispetto all’ingresso: 900 mq di estensione comprendenti anche la chiesa, le camere mortuarie, gli uffici e 1400 nuove cellette cenerarie. Perché uno dei problemi più grandi, a Biella come altrove, è la mancanza di spazio, e la difficoltà viene soltanto in parte aggirata grazie al crescente aumento delle cremazioni.
Erano gli anni Ottanta quando la giunta Squillario lanciò un concorso di idee per realizzare il tempio crematorio. Nel 2010 l’allora assessore all’ecologia Marzio Olivero riprese in mano la questione, bandendo la gara d’appalto per l’esecuzione dei lavori. Ad aggiudicarsela fu un’associazione temporanea d’impresa composta dalla Socrebi srl della famiglia Ravetti, la modenese Vezzani spa e la Lanza Pierino degli imprenditori edili Lanza. Il progetto avrebbe dovuto concludersi alla fine del 2012, ma la ditta seconda classificata fece ricorso, iniziando un’annosa vicenda giudiziaria che si è protratta lungo tre anni e quattro ricorsi. Oggi finalmente le contestazioni sono chiuse: sarà la famiglia Ravetti, Roberto insieme ai figli Marco e Alessandro, ad avviare ufficialmente la costruzione del forno e a gestire il servizio di cremazione per un trentennio. La famiglia, che da tre generazioni opera nel settore delle imprese funebri, da anni insegue il sogno di realizzare un forno per la propria città: «Vorrei reinvestire nel territorio i soldi ricevuti dai biellesi in anni di lavoro – ha dichiarato Roberto Ravetti – Non mi ritengo certo un filantropo, si tratta di affari, ma credo che la nostra città meriti di avere una struttura come il forno crematorio».
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