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Cronaca

Adesca uomini su Facebook e poi li ricatta

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“Buongiorno a tutti se vi arriva un link, cancellatelo o segnalatelo, perché c’è una donna che mi sta ricattando. Mi sono mostrato in webcam e ora vuole dei soldi per non far vedere il video”.

“Buongiorno a tutti se vi arriva un link, cancellatelo o segnalatelo, perché c’è una donna che mi sta ricattando. Mi sono mostrato in webcam e ora vuole dei soldi per non far vedere il video”.

Tanti uomini, giovani e meno giovani, sognano di essere abbordati da una donna avvenente sui social network. Ecco, se dovesse succedervi, fatevi qualche domanda, perché spesso dietro alle avances si celano vere e proprie bande di malviventi. E l’epilogo può essere quello descritto sopra in un post pubblicato da un giovane biellese pochi giorni fa. Questo, infatti, è solo uno dei tanti episodi segnalati su Facebook, nuova frontiera delle estorsioni a sfondo sessuale. Dallo stesso profilo usato per far cadere in trappola chi ha lanciato questo appello, sono state inviate centinaia di richieste d’amicizia a uomini biellesi.  La maggior parte ha subito compreso che qualcosa non quadrava (“quando dopo qualche messaggio mi ha chiesto di vederci in webcam – racconta uno di loro – ho capito che era una fregatura e non le ho più risposto”), verosimilmente però altri sono caduti nella rete. Dopo aver “bazzicato” il Biellese per alcuni giorni, il profilo in questione (intestato a una presunta “Elisa Corine”) è stato disattivato, solo per poi “ricomparire” più o meno uguale, ma con “info”, foto (spesso rubate da altri profili) e amicizie diverse (residenza in un’altra città). Come lei, ce ne sono tantissime. Il meccanismo è semplice: ti arriva una richiesta d’amicizia da una bella ragazza (in questo caso giovanissima), la accetti, lei ti scrive e dopo pochi messaggi ti invita a un “incontro” in webcam. Incontro che viene registrato e usato successivamente per ricattare lo sventurato: “O ci dai quello che ti chiediamo o mandiamo il video ai tuoi amici su Facebook e ai tuoi contatti”.

Decine i casi denunciati ogni anno nel Biellese
Il boom di questo tipo di ricatti è esploso pochi anni fa poi, grazie anche alle campagne sui media, il fenomeno si è ridotto ma non è scomparso. Ogni anno sono decine i casi denunciati nel Biellese. Tante vittime, inoltre, preferiscono pagare e non si rivolgono alle forze dell’ordine. «Molti hanno pagato – conferma l’ispettore Andrea Andreotti della polizia Postale e delle Comunicazioni -, alcuni hanno sborsato addirittura svariate migliaia di euro pur di evitare che venisse diffuso il materiale compromettente. I malviventi di solito fanno pressione per tre o quattro giorni, poi passano alla vittima successiva».

Vittime di ogni fascia d’età
Più che i giovanissimi, a cadere nel tranello sono gli uomini maturi, tra i 30 e i 50 anni d’età. «I più vulnerabili sono quelli che hanno ancora una scarsa confidenza con i social network – continua l’ispettore -, ma ci sono vittime di ogni età. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di uomini, ma abbiamo avuto a che fare anche con un caso di una donna ricattata».
Anche le donne, infatti, finiscono nel mirino. Con loro, però, vengono usate strategie diverse. Si cercano persone sole e si punta più sul piano “sentimentale”.

Come difendersi
Prevenire questo tipo di estorsioni non è difficile. Di fronte a richieste d’amicizia anomale, alcuni dettagli possono subito mettere in guardia: il numero di amici, la tipologia (se sono tutti uomini, dovrebbe suonare un campanello d’allarme), il nome della presunta “nuova amica” (spesso si tratta di nomi francesi o comunque “francesizzati”).
Se vi ricattano, bloccate i vostri profili
Quando si cade in trappola e si riceve una richiesta di denaro, la prima cosa da fare è cancellare il proprio profilo dal social utilizzato per il ricatto (principalmente si tratta di Facebook e Skype).
«Va fatto immediatamente – confermano dalla Polizia postale -, perché così facendo gli si impedisce di avere accesso ai nostri contatti, sempre che non abbiano già “salvato” la lista delle nostre amicizie». Poi, ovviamente, la cosa migliore da fare è rivolgersi alle forze dell’ordine.

Difficili da prendere
La cattiva notizia è che fermare questi delinquenti è molto difficile. Il più delle volte, infatti, dietro al profilo di queste avvenenti signorine (spesso creato “rubando” fotografie di persone reali) si nascondono bande criminali che operano dal Nord Africa o dalla Costa d’Avorio e sono parecchio “specializzate”. Bloccata una pagina, ne creano un’altra e il “gioco” ricomincia.
«Il modo migliore per evitare queste situazioni è essere informati e prevenirle – sottolinea l’ispettore Andreotti – . La situazione a Biella è migliore rispetto a quella di altre realtà, anche perché su iniziativa del procuratore Giorgio Reposo siamo autorizzati a informare subito i cittadini appena si presenta un nuovo tipo di truffa».

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