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Cronaca

Abusi sulla figlia della compagna

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Condannato in primo grado a soli 4 anni e sei mesi di reclusione per abusi nei confronti di una minore. Arrestato il 10 marzo dello scorso anno con l’accusa di aver commesso abusi tra il 2013 e il 2014 su una bambina di soli cinque anni, figlia della sua compagna, il cossatese di 42 anni è stato giudicato nei giorni scorsi. Gli episodi di violenza si sarebbero ripetuti anche nel 2015. Secondo l’accusa, la piccola aveva imparato a conoscere il 42enne, si era fidata di lui, poi però erano arrivate le violenze, quelle attenzioni strane, anomale. Solo due anni fa la bambina aveva trovato la forza di raccontare quanto stava succedendo, all’interno delle mura domestiche, al  padre naturale. L’uomo si era quindi recato al comando della stazione dei carabinieri di Biella raccontando tutto al luogotenente Nicola Migliaccio, che si era subito preoccupato di coinvolgere il sostituto procuratore della Repubblica di Biella Maria Bambino. Immediatamente era stato aperto un fascicolo. Delle indagini si era occupata l’aliquota dei carabinieri della Procura della Repubblica coordinata dal maresciallo Tindaro Gullo, specializzata in questo tipo di reati.
Resasi conto dei fatti, anche la madre della piccola si era unita alla denuncia. Gli psicologi si erano quindi preoccupati di ascoltare la minore, che aveva raccontato di carezze e giochi erotici anche utilizzando parole troppo volgari per la sua età. In seguito all’incidente probatorio, l’uomo era stato arrestato. Il cossatese si è però da sempre dichiarato innocente.
Mercoledì scorso, il nuovo sostituto procuratore, Federico Carrai, ha richiesto al giudice, Anna Ferretti, una condanna a dieci anni. Il giudice ha però riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche, con lo sconto di un terzo della pena conseguente alla scelta del rito abbreviato. La difesa, sostenuta dall’avvocato Marco Romanello, ricorrerà in appello.
Già una decina di anni fa, il 42enne biellese era stato accusato di abusi simili su un’altra vittima. Condannato al termine del primo grado di giudizio, era però tornato in libertà per decorrenza dei termini, l’udienza d’appello non era stata infatti fissata in tempo utile.

Condannato in primo grado a soli 4 anni e sei mesi di reclusione per abusi nei confronti di una minore. Arrestato il 10 marzo dello scorso anno con l’accusa di aver commesso abusi tra il 2013 e il 2014 su una bambina di soli cinque anni, figlia della sua compagna, il cossatese di 42 anni è stato giudicato nei giorni scorsi. Gli episodi di violenza si sarebbero ripetuti anche nel 2015. Secondo l’accusa, la piccola aveva imparato a conoscere il 42enne, si era fidata di lui, poi però erano arrivate le violenze, quelle attenzioni strane, anomale. Solo due anni fa la bambina aveva trovato la forza di raccontare quanto stava succedendo, all’interno delle mura domestiche, al  padre naturale. L’uomo si era quindi recato al comando della stazione dei carabinieri di Biella raccontando tutto al luogotenente Nicola Migliaccio, che si era subito preoccupato di coinvolgere il sostituto procuratore della Repubblica di Biella Maria Bambino. Immediatamente era stato aperto un fascicolo. Delle indagini si era occupata l’aliquota dei carabinieri della Procura della Repubblica coordinata dal maresciallo Tindaro Gullo, specializzata in questo tipo di reati.
Resasi conto dei fatti, anche la madre della piccola si era unita alla denuncia. Gli psicologi si erano quindi preoccupati di ascoltare la minore, che aveva raccontato di carezze e giochi erotici anche utilizzando parole troppo volgari per la sua età. In seguito all’incidente probatorio, l’uomo era stato arrestato. Il cossatese si è però da sempre dichiarato innocente.
Mercoledì scorso, il nuovo sostituto procuratore, Federico Carrai, ha richiesto al giudice, Anna Ferretti, una condanna a dieci anni. Il giudice ha però riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche, con lo sconto di un terzo della pena conseguente alla scelta del rito abbreviato. La difesa, sostenuta dall’avvocato Marco Romanello, ricorrerà in appello.
Già una decina di anni fa, il 42enne biellese era stato accusato di abusi simili su un’altra vittima. Condannato al termine del primo grado di giudizio, era però tornato in libertà per decorrenza dei termini, l’udienza d’appello non era stata infatti fissata in tempo utile.

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