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Cronaca

A scuola è panico da meningite

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Una parola in più, un  fraintendimento. Può bastare questo a scatenare il panico quando si parla di meningite

Una parola in più, un  fraintendimento. Può bastare questo a scatenare il panico quando si parla di meningite. E’ andata proprio così, nei giorni scorsi, in una scuola del Cossatese, dove in men che non si dica si è diffusa la voce che un’educatrice fosse entrata in contatto con una persona deceduta a causa della meningite. Una voce tanto preoccupante da spingere l’amministrazione comunale a chiedere spiegazioni e ad allertare la cooperativa per la quale lavora.
Dalle dicerie su presunti contatti, alle ipotesi che la donna fosse addirittura stata sottoposta a profilassi, il passo è stato breve. Le reazioni ovviamente sono state immediate. Con tanto di qualche genitore preoccupato che ha cercato spiegazioni allertando le istituzioni.
L’allarme è rientrato alcune ore dopo: l’educatrice stava bene e nei suoi confronti non era stato attivato alcun protocollo sanitario.

La parentela con una vittima di meningite
L’unica sua “colpa” è stata quella di essere parente di una persona tragicamente scomparsa in questi giorni. L’ipotesi più probabile è che si trattasse della donna morta in provincia di Varese per sospetta meningite. La voce che la professionista biellese avesse avuto a che fare con lei negli ultimi giorni ha scatenato il fraintendimento e fatto degenerare la situazione. Questi contatti, oltretutto, la donna ha negato categoricamente di averli avuti.
Stando a quanto accertato finora, la vittima, 32 anni, recentemente trasferitasi a Luino e madre di tre figli, è morta per una forma di meningite. Vista la situazione, l’ospedale di Luino in cui era ricoverata ha immediatamente attivato il protocollo di emergenza. Nelle ore successive al decesso sono stati quindi sottoposti a profilassi tutti i familiari della donna – il marito e i tre figli piccoli, questi ultimi sono stati ricoverati per precauzione – e gli amici che negli ultimi giorni le erano stati vicini. Tra queste persone, tuttavia, non figurava l’educatrice biellese. Tanto che non è stata oggetto di alcun accertamento sanitario.
Una forma non contagiosa
Secondo i primi riscontri, inoltre, la donna di Varese non sarebbe morta per una forma meningococcica – quella più grave e contagiosa – ma per una meningite non trasmissibile, provocata da pneumococco, un  batterio abbastanza comune che si trova nel tratto respiratorio superiore.
Sospetti infondati
Accuse e timori infondati, dunque, per l’educatrice biellese che ha dovuto affrontare e chiarire la spiacevole situazione. Suo malgrado. Non solo sosteneva di non aveva avuto contatti con persone a rischio, ma sarebbe stata la prima a prendere provvedimenti in caso contrario, per non mettere in alcun modo in pericolo la salute dei bambini con cui lavora e quella dei suoi figli.

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