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«Vergogna, non si allatta un neonato in pubblico»

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Allattare un bimbo al seno e cambiargli il pannolino è la cosa più naturale del mondo, ma non se sei in un ufficio postale. Così, almeno, emerge da quanto raccontato da Francesca Castelli, mamma di un bimbo di tre mesi e protagonista di un acceso confronto nella sede centrale di via Pietro Micca a Biella.

Allattare un bimbo al seno e cambiargli il pannolino è la cosa più naturale del mondo, ma non se sei in un ufficio postale. Così, almeno, emerge da quanto raccontato da Francesca Castelli, mamma di un bimbo di tre mesi e protagonista di un acceso confronto nella sede centrale di via Pietro Micca a Biella.

«Stamattina (ieri, ndr) ero lì per alcune commissioni – spiega -, dovevo spedire una raccomandata. Appena finito allo sportello, mio figlio ha iniziato a lamentarsi. Allora ho pensato “gli do da mangiare un attimo e torno a casa”».

E così ha fatto. Ha cercato un angolo appartato, vicino all’area dedicata alla spedizione dei pacchi, e ha allattato il piccolo.
«A un certo punto – racconta la mamma -,  è arrivato un signore con cappello e cappotto. Pensavo fosse il gesto di solidarietà di un altro cliente, invece mi sbagliavo. Era il direttore.
Mi ha detto che  lì non si possono allattare i bimbi al seno, che si rischiano  multe… Addirittura fino a 1700 euro. E che nessuno avrebbe avuto da ridire se a mio figlio avessi dato il biberon. Allora ho chiesto da dove arrivasse questo presunto regolamento che me lo vietava e se potesse mostrarmelo. A quel punto si è allontanato ed è tornato in ufficio».

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