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Tre giovani biellesi da cinque giorni “a piedi” nel sud del Portogallo

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Una vacanza non all’ordine del giorno, per usare un eufemismo. È  il riassunto dell’agosto di Lorenzo Rota, Federico Lavarino e Alessandro Prelli Bozzo, rimasti bloccati in Portogallo dopo la rottura della Lada Niva su cui si spostavano

Una vacanza non all’ordine del giorno, per usare un eufemismo. È  il riassunto dell’agosto di Lorenzo Rota, Federico Lavarino e Alessandro Prelli Bozzo, rimasti bloccati in Portogallo dopo la rottura della Lada Niva su cui si spostavano. Il viaggio, nei piani un giro dell’Europa occidentale in fuoristrada, sarebbe stato senz’altro un’esperienza difficile da scordare, una di quelle avventure on the road destinate ad essere raccontate un giorni ai propri figli, ricordando loro tra il malinconico e il nostalgico che giovani lo sono stati tutti, una volta nella vita. Ebbene, memorabile lo sarà di certo, ma per motivi ben diversi.
I tre ragazzi, rispettivamente di 24, 21 e 20 anni, erano partiti nella notte tra l’11 e il 12 agosto, con l’intento di raggiungere in fuoristrada la costa atlantica. Il mezzo, atto in particolare alla percorrenza di strade accidentate, è incorso in un primo stop già in suolo francese, cui l’equipaggio ha ovviato senza particolari difficoltà. Dopo l’attraversamento di Francia meridionale e Spagna, dopo aver avuto la meglio sull’ostico deserto di Tabernas, suggestiva steppa andalusa resa celebre dagli spaghetti-western di Sergio Leone (qui il celebre regista girò capolavori indimenticabili quali Il buono, il brutto, il cattivo), dopo aver valicato il confine con il Portogallo, assaporando l’ancestrale magia dell’Alentejo, la landa protesa verso l’Atlantico tante volte cantata dal Premio Nobel José Saramago, ecco, molto prosaicamente, sopraggiungere l’intoppo colpevole di aver frenato la vacanza, poco dopo il superamento di Mina de São Domingos.
«Siamo rimasti a piedi», racconta uno sconfortato Lorenzo alla nostra testata. «Tra il 14 e il 15 agosto si è verificata la rottura di parte dell’asse anteriore della macchina, nonché della barra dello sterzo. Purtroppo, trattandosi di un fuoristrada piuttosto vecchio e poco diffuso, da queste parti è stato impossibile reperire i pezzi necessari per la riparazione. Abbiamo dunque ordinato via internet quanto ci occorreva, ma la nostra spedizione è stata recapitata per errore a Biella. Ora stiamo aspettando di capire quando potremo finalmente muoverci di qui, sperando che i tempi di spedizione all’indirizzo corretto non siano altrettanto estenuanti». Il viaggio, che originariamente sarebbe dovuto proseguire attraverso la Spagna settentrionale e poi in Francia sino al dipartimento dell’Ardèche, meta nota per gli amanti del rafting, rischia dunque di rimanere incompiuto. «Entro lunedì 29 dobbiamo essere tutti e tre a Biella per ragioni lavorative – spiega ancora Rota – indi per cui non sappiamo ancora come andrà a finire e quanto del programma originario sarà effettivamente rispettato».
Un incidente senz’altro spiacevole, ma l’augurio è quello di rimettere presto in carreggiata le sorti del viaggio. Un grosso in bocca al lupo ai tre giovani, con l’auspicio di poter riprendere  la loro avventura.

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