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Su certi argomenti non si può scherzare

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Gentile direttore,

è apprezzabile la leggerezza dell’ironia, che rende più gradevoli i temi seriosi e talvolta perfino le critiche aspre.

Gentile direttore,

è apprezzabile la leggerezza dell’ironia, che rende più gradevoli i temi seriosi e talvolta perfino le critiche aspre. Ci sono dettagli però su cui non si scherza. E nemmeno si getta, nel mezzo di una frase ben costruita, il seme del dubbio. Mi riferisco al corsivo di Paolo Mander, comparso su La Nuova Provincia di Biella di mercoledì 27 aprile e intitolato “Appalti pubblici, vincono sempre le aziende forestiere”. Mander racconta della rotonda di Città Studi, cantiere appena terminato, e sottolinea il lavoro fatto a regola d’arte, ringraziando del buon risultato l’impresa subappaltante, la Viabit (che peraltro ha sede a Santhià, il che non la rende propriamente biellese), che ha ottenuto l’incarico dall’azienda varesina che si era aggiudicata la gara.

 

Fin qui nulla di strano, al di là di qualche commento acido e gratuito sull’assessore ai lavori pubblici e di un titolo che forse non voleva esprimere solo un dato di cronaca. È inaccettabile invece l’illazione che segue. Scrive Mander: «Per fare un bel lavoro nel suo territorio, una ditta biellese deve pagare il biglietto?». E ancora, poco prima: «”Non dite niente, per favore”, ci risponde al telefono un addetto, rifugiandosi nell’understatement di chi deve lasciare il palcoscenico ad altri, forse per poter lavorare».

 

Quale palcoscenico? Quale biglietto? Mander dovrebbe sapere – e le aziende biellesi e non certamente lo sanno – che c’è solo un modo per “lavorare” in città con il Comune come committente: vincere una gara d’appalto la cui procedura è trasparente, certificata dalla legge e sottoposta a norme a cui né i tecnici né tantomeno i politici possono derogare. Una procedura così trasparente che ogni suo passo, dalla pubblicazione del bando all’assegnazione dell’appalto, è pubblico e messo a disposizione sul sito internet del Comune. L’esito della gara per la rotonda di Città Studi per esempio è del 12 agosto: una rapida consultazione permette di scoprire che delle 63 aziende in lizza, ce n’erano di biellesi, di piemontesi e perfino di toscane o pugliesi, come è prassi per ogni lavoro pubblico. La prossimità geografica di un’azienda rispetto al committente non è un criterio che la legge definisce accettabile. Invece si vince, per essere brevi, presentando l’offerta migliore a patto che non valichi la cosiddetta “soglia di anomalia”, cioè quella al di sotto della quale l’offerta è giudicata troppo bassa per poter realizzare l’opera a regola d’arte. Complicato, forse. Ma trasparente. E legale. In ogni caso se l’esito venisse giudicato non congruo da un’azienda, è possibile ricorrere al tribunale amministrativo per impugnare l’aggiudicazione dell’appalto come è accaduto, per fare un esempio biellese, per l’autosilos ex Boglietti.

 

Se qualcuno, Mander o chi per lui, avesse sospetti – o meglio prove – di irregolarità o “pagamenti di biglietti” per ottenere una committenza dal Comune di Biella, è pregato di rivolgersi alla giustizia. In Procura saranno lieti di ricevere un esposto, ovviamente costruito su basi solide. Se invece si tratta solo di illazioni sulla scarsa serietà o peggio sulla presunta disonestà di amministratori e funzionari del Comune, sarebbe opportuno pesare bene le proprie parole, prima di mettere sotto accusa chi svolge il suo compito in modo serio.

 

Distinti saluti

Marco Cavicchioli

sindaco di Biella

 

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