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Saldi invernali, vendite in calo del 20%

La tendenza negativa è attribuita a una delle peggiori stagioni degli ultimi anni

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Saldi invernali, vendite in calo del 20%. La tendenza negativa è attribuita a una delle peggiori stagioni degli ultimi anni, influenzata dal clima mite e dalle difficoltà economiche familiari.

Saldi invernali, vendite in calo del 20%

In Piemonte crisi economica, cambiamento climatico e incertezza hanno influito pesantemente sui saldi invernali. I commercianti lamentano una flessione significativa delle vendite, con cali fra il 15 e il 20%. Il presidente di Fismo-Confesercenti, Micaela Caudana, esprime preoccupazione per il bilancio amaro alla conclusione dei saldi invernali il 1° marzo. Un sondaggio di Confesercenti rivela un inizio promettente con vendite soddisfacenti nei primi quindici giorni, ma una rapida peggioramento, con la media degli scontrini scesa al di sotto dei 100 euro.

Le cause della crisi

La tendenza negativa è attribuita a una delle peggiori stagioni degli ultimi anni, influenzata dal clima mite e dalle difficoltà economiche familiari. Le temperature più miti hanno ridotto gli acquisti di capi invernali costosi, spingendo i consumatori verso articoli leggeri come magliette e scarpe. I commercianti criticano la mancanza di regolamentazione sugli sconti nel settore dell’abbigliamento, sostenendo che ciò comporti una perdita annuale di oltre 250 milioni di euro per i negozi di vicinato del Piemonte.

Preoccupazione per la prossima stagione

La mancanza di regolamentazione sugli sconti non solo danneggia i profitti attuali ma influisce anche sugli approvvigionamenti futuri, con una diminuzione degli ordinativi per la prossima stagione del 10%, secondo la Fiarc-Confesercenti. Il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri, evidenzia che i saldi sono solo un campanello d’allarme della crisi nel settore, con una lenta agonia dei negozi di abbigliamento, che negli ultimi dieci anni hanno registrato una diminuzione del 30%.

Nel 2023, quattro imprese hanno cessato l’attività per ogni nuova nata, delineando un futuro preoccupante per il settore commerciale.

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