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Riapre il monastero cluniacense di Castelletto Cervo

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Con la bella stagione il monastero dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo riapre ai visitatori. Il Comune di Castelletto Cervo in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale e la Parrocchia dei SS. Pietro, paolo e Tommaso organizza anche quest’anno le visite guidate per scoprire le molteplici sfaccettature di un luogo di grande suggestione, emergenza monumentale di spicco tra le alte terre vercellesi e le colline biellesi e punto di partenza per ripercorrere un segmento affascinante di arte e storia del Piemonte. Già definito il programma: lunedì 21 aprile, domenica 18 maggio, domenica 15 giugno e domenica 20 luglio sempre dalle 15 alle 17 accompagnati dagli esperti d’arte.

Con la bella stagione il monastero dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo riapre ai visitatori. Il Comune di Castelletto Cervo in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale e la Parrocchia dei SS. Pietro, paolo e Tommaso organizza anche quest’anno le visite guidate per scoprire le molteplici sfaccettature di un luogo di grande suggestione, emergenza monumentale di spicco tra le alte terre vercellesi e le colline biellesi e punto di partenza per ripercorrere un segmento affascinante di arte e storia del Piemonte. Già definito il programma: lunedì 21 aprile, domenica 18 maggio, domenica 15 giugno e domenica 20 luglio sempre dalle 15 alle 17 accompagnati dagli esperti d’arte.

Il priorato cluniacense dei Santissimi Pietro e Paolo di Castelletto è oggetto di un sistematico e pluriennale programma di ricerca archeologica e storica strutturato in seno al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, sotto il coordinamento e la direzione della dottoressa Eleonora Destefanis.

Lo studio è stato impostato ad ampio spettro, contemplando gli aspetti di inquadramento storico, facenti perno sulla ricerca archivistica, che ha preso le mosse a partire dal 2006, nell’ambito del Progetto Alfieri-Fondazione CRT il territorio: ricerca interdisciplinare sulle vie di transumanza, sull’edilizia storica ad esse connessa e sull’impiego delle risorse tra alta pianura vercellese ed Alpi biellesi-vercellesi (dir. prof. Saverio Lomartire). L’interesse emergente dai dati documentari si accompagna alla rilevanza delle strutture di età medievale tuttora preservate in alzato, su cui è alle sue battute conclusive un ampio studio di archeologia dell’architettura.

Questo è teso all’individuazione non soltanto delle fasi di edificazione attraverso cui si è costituito il complesso monastico, ma anche di molti altri aspetti funzionali alla ricostruzione storica globale del monastero, quali le tecniche costruttive, le maestranze in esso operanti, i bacini di approvvigionamento dei materiali da costruzione, oltre, naturalmente, alla valutazione delle scelte architettoniche di volta in volta attuate nel corso del medioevo, in relazione a contesti culturali più ampi quale quello dell’Italia settentrionale, ma anche in rapporto al mondo transalpino, cui Castelletto per molti secoli guardò, in virtù del suo legame con Cluny e la Borgogna.

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