Attualità
Questa mattina si celebra il centenario dell’Alpino e il mulo
Ai giardini Zumaglini
Due luoghi ospiteranno, nel fine settimana, le celebrazioni per il centenario del “Monumento ai Caduti” di Pietro Canonica, opera conosciuta come “l’alpino e il mulo”: i giardini Zumaglini (ove sorge il monumento) e la sede ANA Biella (luogo di riferimento per la sua tutela e conoscenza, anche grazie al bellissimo Museo).
Giardini Zumaglini
Oggi, venerdì 13 ottobre (ore 10:30) sarà celebrata, davanti al monumento, una solenne cerimonia con Alzabandiera, Onori ai Caduti e allocuzioni, accompagnata dalla Fanfara ANABiella e dal Coro “Cento voci per cento Anni”.
Sabato 14 ottobre (ore 10-17) e domenica 15 ottobre (ore 10-17) saranno esposti, nella mostra all’aperto “Crea pace e parla al cuore”, i dipinti di “Artepiù” dedicati al tema del monumento ai Caduti e alle storie di varia umanità che ebbero come culla i giardini Zumaglini, pubblicate da questo giornale nella rubrica “Cuore di Città”. Laura Zona e Veronica Rizza leggeranno alcuni saggi.
Sede ANA Biella
(via Ferruccio Nazionale 5)
Sabato 14 ottobre (ore 18) si terrà, nella sala Dado Gaja, la conferenza di Gianfranco Ribaldone “Genesi del nostro monumento ai Caduti”, con saggi letti da Laura Zona.
Sabato 14 ottobre (ore 19) verrà celebrata nel Sacrario Museo biellese degli Alpini la S. Messa in suffragio di tutti i Caduti in occasione del 151° anniversario di fondazione del Corpo degli Alpini.
La storia
Il monumento, costituito dal gruppo bronzeo dell’alpino e del mulo su blocco di sienite della Balma, fu inaugurato il giorno 13 ottobre 1923 alla presenza di re Vittorio Emanuele III e di una grande folla. Ritrae l’alpino e il fedele mulo che, compiuto fino in fondo il dovere, intraprendono la via del ritorno, scendendo dal monte.
Sul fianco ovest del blocco di sienite è inciso su lastra il “Bollettino della Vittoria”, 4 novembre 1918. La Grande guerra è finita. L’alpino guarda verso la propria destra, alla stazione Biella-Santhià di via Lamarmora, da dove il 23 ottobre 1921 uscirono, tra due ali di folla, i feretri di quattro Caduti, decorati con medaglia al Valore: Mario Cucco, Costantino Crosa, Renato Quazza e Alessandro Ferraris.
Il monumento fu un omaggio a tutti i Caduti e un invito ad una pace civile illuminata anch’essa dal senso del dovere e dalla solidarietà nelle difficoltà. Furono i cittadini stessi a sostenerne le spese attraverso una pubblica sottoscrizione. È celebre in Italia (e non solo) per il magnifico mulo, di nome “Scudela”, che lo scultore ritrasse dal vivo, decorato con Croce di guerra per la fedeltà, l’intuito, la tenacia e il coraggio: omaggio a tutti gli animali che in guerra pagarono il duro prezzo della follia umana.
Gianfranco Ribaldone
Una delle prime fotografie del monumento, proveniente forse dallo studio dell’artista. È incollata su cartoncino, su cui è apposto un timbro, che porta scritto: “Il ritorno vittorioso, 13 ottobre 1923. Monumento ai Caduti di Biella. Opera di P. Canonica”. Sul cartoncino v’è la firma autografa “P. Canonica ott 1923”. (Archivio Gianfranco Ribaldone, Biella)
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