Seguici su

Attualità

Progetto Greenoil a Mottalciata, gli ambientalisti ribadiscono il “no”

Pubblicato

il

LUNEDì LA SOCIETA’ GREENOIL HA FATTO CONOSCERE LE SUE MOTIVAZIONI SULLA SOSTENIBILITA’ DEL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO INDUSTRIALE A MOTTALCIATA. OGGI LA REPLICA DEGLI OPPOSITORI AL PROGETTO.

Riteniamo che con le recenti dichiarazioni, così come riportate da alcuni giornali, l’azienda Greenoil abbia perso un’occasione per rispondere nel merito delle criticità finora emerse.  
L’azienda sottolinea che il recupero di materiale non altrimenti riciclabile è un’attività virtuosa. Questa è cosa ovvia e nessuno l’ha mai messa in dubbio. I rilievi e le perplessità poste da queste associazioni ed anche da alcune pubbliche amministrazioni sono altre.   
Perché mai, innanzitutto, una parte del prodotto ottenuto trasformando i grassi animali, invece di essere recuperato per la vendita, viene combusto in sito con un motore diesel ? La Greenoil afferma nel proprio comunicato che tale impianto di cogenerazione alimentato a biodiesel ha lo scopo di soddisfare il fabbisogno energetico dell’attività. Dalla documentazione di progetto (alleg. 18) emerge però che la maggior parte dell’energia elettrica prodotta sarà ceduta in rete, e solo una minima parte è destinata all’autoconsumo.   
La Greenoil afferma inoltre che l’attività industriale proposta non sarà  sostenuta da alcun tipo di finanziamento pubblico. Anche qui va richiamata la documentazione presentata da Greenoil che, in riferimento alla parte di energia elettrica da cedere in rete, recita testualmente: “Questo consente di accedere agli incentivi previsti dal D.Lgs. 6 luglio 2012 rientranti nella TABELLA 1 A i quali determineranno parte del bilancio societario” (alleg. 18).  
Spiace inoltre che la Greenoil non abbia fatto riferimento nel proprio comunicato agli argomenti trattati nelle perizie degli esperti dott. Monfredini e dott. Montanari, perizie commissionate dal comitato “LA SALUTE INNANZITUTTO”; poteva essere un’occasione per chiarire le decine di criticità emerse in queste relazioni, che tra l’altro richiamano entrambe il problema delle emissioni di diossina, intrinseco nei processi di trattamento proposti. Forse, piuttosto che citare la citronella in un generico paragone, Greenoil poteva dare dei chiarimenti sul tema della obbligatorietà del dispositivo di postcombustione disposto dalla Commissione Europea a garanzia dell’abbattimento di diossine e patogeni. Dispositivo non previsto da Greenoil nonostante la previsione di trasformare anche grassi animali di categoria 1, quella con maggiori criticità.  
Greenoil accenna a minori emissioni specifiche del suo motore diesel rispetto a molti automezzi in circolazione: un dato che può confondere. Va preliminarmente ricordato che questo motore (o motori) è in permanente funzione e nello stesso sito, entro il contesto urbano di Mottalciata. L’inquinamento da autoveicoli è accettato perché la possibilità di spostarsi ha un’utilità sociale, non è continuativo ed è distribuito nella percorrenza.  Dov’è dunque l’utilità sociale (e non imprenditoriale) della combustione in sito di materiale che è considerato recuperabile? Guarda caso, il Comune di Mottalciata nella delibera di contrarietà ha citato proprio l’art. 41 della Costituzione che chiarisce che l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. L’interesse pubblico della produzione di energia da FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) va inoltre bilanciato con altri interessi pubblici, non è prevalente ed automatico tale riconoscimento.   
A tal proposito il dott. Montanari, nella sua relazione sull’impianto, richiama l’articolo della Costituzione sopra citato facendo notare che la potenza elettrica installata in Italia è in grado di soddisfare il doppio della richiesta massima storica. Vale la pena, di tale studio, riportare già solo la conclusione delle 12 pagine di analisi dell’impianto: “i documenti presentati non possiedono alcuna significatività se ambiente e salute sono da considerare”.  
La Greenoil cita anche le virtù del biodiesel sia in termini di emissioni che di impronta ecologica. Non troviamo scritto però che, come evidenziato anche nella delibera del comune di Mottalciata, nella combustione di un bioliquido gli ossidi di azoto emessi sono superiori rispetto al normale gasolio. Non solo: lo sa la Greenoil che, a parità di altre condizioni, il biodiesel fa solitamente aumentare i consumi di un’automobile rispetto al diesel normale? Greenoil definisce il biodiesel un carburante “verde” in termini di impronta ecologica: è a conoscenza del fatto che nel processo di produzione del biodiesel ci sono sostanze, come il metanolo, che sono di origine fossile ? E si potrebbe continuare a lungo…  
Greenoil scrive che l’iter è stato avviato due anni fa. Viene da chiedersi allora come mai in questi due anni non ha mai presentato il progetto ai cittadini, che ne sono venuti a conoscenza solo da un articolo di giornale scaturito dalle osservazioni di Legambiente che a sua volta l’aveva saputo dall’istanza pubblicata sull’Albo Pretorio in Provincia.  
Greenoil afferma anche di voler realizzare un’attività industriale che potrà avvalersi di personale qualificato. Ci chiediamo se questa affermazione è compatibile con quanto Greenoil ha scritto nella documentazione di progetto (alleg. 22A ) : “L’Azienda non occupa alcun lavoratore dipendente. A gestire il ciclo produttivo (prevalentemente completamente automatizzato), sarà esclusivamente il socio lavoratore”.  
Ormai le contrarietà all’impianto non si contano più: Legambiente ha esposto, negli incontri pubblici, ulteriori criticità proponendo la realizzazione dell’impianto a ridosso di altri impianti già esistenti per sfruttare l’eccedenza termica, il solo e cautelativo trattamento dei grassi animali di categoria 3,  l‘esclusione dell’attività co-generativa o, in alternativa, l’adozione di misure cautelari, come ad esempio un abbattitore di ossidi di azoto come indicato se si adottano le BAT cioè le migliori tecnologie disponibili; Coldiretti ha fatto emergere potenziali criticità per gli allevamenti e le coltivazioni agricole (DOP del riso di Baraggia); il Movimento 5 Stelle, come ha scritto il deputato Mirko Busto, ha addirittura evidenziato potenziali violazioni delle direttive europee chiedendo al Ministro dell’Ambiente di esprimersi sull’impianto; i comuni di Mottalciata, Castelletto Cervo, Cossato e Villanova si sono espressi con pareri in Conferenza dei Servizi oppure con delibere e mozioni pubbliche e dettagliatamente motivate. Addirittura c’è stato chi, come il comune di Mottalciata, ha voluto commissionare ulteriori approfondimenti da cui è emerso il probabile sforamento dei limiti di legge ad una certa distanza per alcune sostanze emesse. E’ su questi temi che si auspicava una risposta della Greenoil. Così non è stato: speriamo che nelle prossime comunicazioni voglia rispondere nel merito.  
Non ci sembra che Greenoil abbia portato argomentazioni nuove rispetto alla presentazione del progetto avvenuta il 10 dicembre nella serata  organizzata dal Comune di Mottalciata. Chiunque può guardare sul web la registrazione di quell’incontro pubblico e farsi un’idea: è sufficiente digitare “Mottalciata” come chiave di ricerca su youtube per far comparire subito il video.  
Nel comunicato della Greenoil abbiamo letto di “equivoci”, “falsità”, “lettura disinformata e superficiale”. Non sappiamo a chi sono rivolte queste critiche, speriamo non alle associazioni, movimenti, comitati o amministrazioni comunali che correttamente, nell’interesse delle persone e dei cittadini che rappresentano, hanno voluto informarsi e approfondire.   
Le integrazioni richieste in sede di Conferenza dei Servizi, semmai, illustrano che il progetto Greenoil presentava carenze e aspetti da chiarire. I documenti sono stati appena depositati e le
scriventi associazioni hanno richiesto l’accesso agli atti per esaminarli (purtroppo la procedura non è di evidenza pubblica).   
Legambiente e il comitato La Salute Innanzitutto valuteranno se Greenoil ha illustrato l’adozione di particolari accorgimenti tecnici e operativi sufficienti per ottenere, in deroga, l’autorizzazione a svolgere un’attività classificata insalubre in centro abitato anziché in aperta campagna.  
Questo è l’interesse pubblico che perseguiamo: la tutela della salubrità ambientale e, conseguentemente, la salute dei cittadini.    
Mottalciata, 5 aprile 2016   
DANIELE GAMBA, Legambiente Biella – Circolo “Tavo Burat”  
LUCA IEZZI, Comitato “LA SALUTE INNANZITUTTO” 

LUNEDì LA SOCIETA’ GREENOIL HA FATTO CONOSCERE LE SUE MOTIVAZIONI SULLA SOSTENIBILITA’ DEL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO INDUSTRIALE A MOTTALCIATA. OGGI LA REPLICA DEGLI OPPOSITORI AL PROGETTO.

Riteniamo che con le recenti dichiarazioni, così come riportate da alcuni giornali, l’azienda Greenoil abbia perso un’occasione per rispondere nel merito delle criticità finora emerse.  
L’azienda sottolinea che il recupero di materiale non altrimenti riciclabile è un’attività virtuosa. Questa è cosa ovvia e nessuno l’ha mai messa in dubbio. I rilievi e le perplessità poste da queste associazioni ed anche da alcune pubbliche amministrazioni sono altre.   
Perché mai, innanzitutto, una parte del prodotto ottenuto trasformando i grassi animali, invece di essere recuperato per la vendita, viene combusto in sito con un motore diesel ? La Greenoil afferma nel proprio comunicato che tale impianto di cogenerazione alimentato a biodiesel ha lo scopo di soddisfare il fabbisogno energetico dell’attività. Dalla documentazione di progetto (alleg. 18) emerge però che la maggior parte dell’energia elettrica prodotta sarà ceduta in rete, e solo una minima parte è destinata all’autoconsumo.   
La Greenoil afferma inoltre che l’attività industriale proposta non sarà  sostenuta da alcun tipo di finanziamento pubblico. Anche qui va richiamata la documentazione presentata da Greenoil che, in riferimento alla parte di energia elettrica da cedere in rete, recita testualmente: “Questo consente di accedere agli incentivi previsti dal D.Lgs. 6 luglio 2012 rientranti nella TABELLA 1 A i quali determineranno parte del bilancio societario” (alleg. 18).  
Spiace inoltre che la Greenoil non abbia fatto riferimento nel proprio comunicato agli argomenti trattati nelle perizie degli esperti dott. Monfredini e dott. Montanari, perizie commissionate dal comitato “LA SALUTE INNANZITUTTO”; poteva essere un’occasione per chiarire le decine di criticità emerse in queste relazioni, che tra l’altro richiamano entrambe il problema delle emissioni di diossina, intrinseco nei processi di trattamento proposti. Forse, piuttosto che citare la citronella in un generico paragone, Greenoil poteva dare dei chiarimenti sul tema della obbligatorietà del dispositivo di postcombustione disposto dalla Commissione Europea a garanzia dell’abbattimento di diossine e patogeni. Dispositivo non previsto da Greenoil nonostante la previsione di trasformare anche grassi animali di categoria 1, quella con maggiori criticità.  
Greenoil accenna a minori emissioni specifiche del suo motore diesel rispetto a molti automezzi in circolazione: un dato che può confondere. Va preliminarmente ricordato che questo motore (o motori) è in permanente funzione e nello stesso sito, entro il contesto urbano di Mottalciata. L’inquinamento da autoveicoli è accettato perché la possibilità di spostarsi ha un’utilità sociale, non è continuativo ed è distribuito nella percorrenza.  Dov’è dunque l’utilità sociale (e non imprenditoriale) della combustione in sito di materiale che è considerato recuperabile? Guarda caso, il Comune di Mottalciata nella delibera di contrarietà ha citato proprio l’art. 41 della Costituzione che chiarisce che l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. L’interesse pubblico della produzione di energia da FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) va inoltre bilanciato con altri interessi pubblici, non è prevalente ed automatico tale riconoscimento.   
A tal proposito il dott. Montanari, nella sua relazione sull’impianto, richiama l’articolo della Costituzione sopra citato facendo notare che la potenza elettrica installata in Italia è in grado di soddisfare il doppio della richiesta massima storica. Vale la pena, di tale studio, riportare già solo la conclusione delle 12 pagine di analisi dell’impianto: “i documenti presentati non possiedono alcuna significatività se ambiente e salute sono da considerare”.  
La Greenoil cita anche le virtù del biodiesel sia in termini di emissioni che di impronta ecologica. Non troviamo scritto però che, come evidenziato anche nella delibera del comune di Mottalciata, nella combustione di un bioliquido gli ossidi di azoto emessi sono superiori rispetto al normale gasolio. Non solo: lo sa la Greenoil che, a parità di altre condizioni, il biodiesel fa solitamente aumentare i consumi di un’automobile rispetto al diesel normale? Greenoil definisce il biodiesel un carburante “verde” in termini di impronta ecologica: è a conoscenza del fatto che nel processo di produzione del biodiesel ci sono sostanze, come il metanolo, che sono di origine fossile ? E si potrebbe continuare a lungo…  
Greenoil scrive che l’iter è stato avviato due anni fa. Viene da chiedersi allora come mai in questi due anni non ha mai presentato il progetto ai cittadini, che ne sono venuti a conoscenza solo da un articolo di giornale scaturito dalle osservazioni di Legambiente che a sua volta l’aveva saputo dall’istanza pubblicata sull’Albo Pretorio in Provincia.  
Greenoil afferma anche di voler realizzare un’attività industriale che potrà avvalersi di personale qualificato. Ci chiediamo se questa affermazione è compatibile con quanto Greenoil ha scritto nella documentazione di progetto (alleg. 22A ) : “L’Azienda non occupa alcun lavoratore dipendente. A gestire il ciclo produttivo (prevalentemente completamente automatizzato), sarà esclusivamente il socio lavoratore”.  
Ormai le contrarietà all’impianto non si contano più: Legambiente ha esposto, negli incontri pubblici, ulteriori criticità proponendo la realizzazione dell’impianto a ridosso di altri impianti già esistenti per sfruttare l’eccedenza termica, il solo e cautelativo trattamento dei grassi animali di categoria 3,  l‘esclusione dell’attività co-generativa o, in alternativa, l’adozione di misure cautelari, come ad esempio un abbattitore di ossidi di azoto come indicato se si adottano le BAT cioè le migliori tecnologie disponibili; Coldiretti ha fatto emergere potenziali criticità per gli allevamenti e le coltivazioni agricole (DOP del riso di Baraggia); il Movimento 5 Stelle, come ha scritto il deputato Mirko Busto, ha addirittura evidenziato potenziali violazioni delle direttive europee chiedendo al Ministro dell’Ambiente di esprimersi sull’impianto; i comuni di Mottalciata, Castelletto Cervo, Cossato e Villanova si sono espressi con pareri in Conferenza dei Servizi oppure con delibere e mozioni pubbliche e dettagliatamente motivate. Addirittura c’è stato chi, come il comune di Mottalciata, ha voluto commissionare ulteriori approfondimenti da cui è emerso il probabile sforamento dei limiti di legge ad una certa distanza per alcune sostanze emesse. E’ su questi temi che si auspicava una risposta della Greenoil. Così non è stato: speriamo che nelle prossime comunicazioni voglia rispondere nel merito.  
Non ci sembra che Greenoil abbia portato argomentazioni nuove rispetto alla presentazione del progetto avvenuta il 10 dicembre nella serata  organizzata dal Comune di Mottalciata. Chiunque può guardare sul web la registrazione di quell’incontro pubblico e farsi un’idea: è sufficiente digitare “Mottalciata” come chiave di ricerca su youtube per far comparire subito il video.  
Nel comunicato della Greenoil abbiamo letto di “equivoci”, “falsità”, “lettura disinformata e superficiale”. Non sappiamo a chi sono rivolte queste critiche, speriamo non alle associazioni, movimenti, comitati o amministrazioni comunali che correttamente, nell’interesse delle persone e dei cittadini che rappresentano, hanno voluto informarsi e approfondire.   
Le integrazioni richieste in sede di Conferenza dei Servizi, semmai, illustrano che il progetto Greenoil presentava carenze e aspetti da chiarire. I documenti sono stati appena depositati e le
scriventi associazioni hanno richiesto l’accesso agli atti per esaminarli (purtroppo la procedura non è di evidenza pubblica).   
Legambiente e il comitato La Salute Innanzitutto valuteranno se Greenoil ha illustrato l’adozione di particolari accorgimenti tecnici e operativi sufficienti per ottenere, in deroga, l’autorizzazione a svolgere un’attività classificata insalubre in centro abitato anziché in aperta campagna.  
Questo è l’interesse pubblico che perseguiamo: la tutela della salubrità ambientale e, conseguentemente, la salute dei cittadini.    
Mottalciata, 5 aprile 2016   
DANIELE GAMBA, Legambiente Biella – Circolo “Tavo Burat”  
LUCA IEZZI, Comitato “LA SALUTE INNANZITUTTO” 

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook