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Pipì per strada, multa da oltre 3mila euro

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Prima di fare qualsiasi commento ironico sull’idiozia dei giornalisti, sappiate che ancora giovedì un ragazzo che ha fatto pipì in strada è stato sorpreso da una pattuglia di carabinieri

Prima di fare qualsiasi commento ironico sull’idiozia dei giornalisti, sappiate che ancora giovedì un ragazzo che ha fatto pipì in strada è stato sorpreso da una pattuglia di carabinieri, in borghese. Portato in caserma per accertamenti, ne è uscito più tardi con un verbale di 3.333 euro, se pagherà entro un mese, altrimenti ne dovrà sborsare 5.000.  E’ accaduto a Bologna, ma non è un caso eccezionale, non è il primo e non sarà l’ultimo. E allora la domanda (“ma dov’è possibile fare pipì a Biella?”) sembrerà meno idiota.

Il problema è che dare una risposta è tutt’altro che facile anche perchè di orinatoi pubblici se n’è persa ogni traccia. A parte quella cosa strana dell’albergo diurno dei giardini – sul cui funzionamento i biellesi si sono sempre posti domande – non ci vengono in mente altre strutture se non quella espressamente realizzata a servizio del mercato di piazza Falcone. Ma se uno si trova a Favaro, e gli scappa, difficilmente riuscirà a raggiungere in tempo l’altra parte della città.

Per decenni il centro storico è stato caratterizzato da  tre punti “strategici”: l’orinatoio a muro di piazza del Mercato, e i Vespasiani di piazza Duomo e viale Matteotti. Quest’ultimi furono i primi a essere demoliti quando con la realizzazione dell’ex cda si ritenne che il problema potesse essere risolto con l’utilizzo di quelli realizzati nel centro commerciale. Poi fu la volta del muro di piazza del Mercato a scomparire sotto le decise martellate dei demolitori mentre l’ultimo, il mitico Vespasiano di piazza Duomo resistette fino al 2009 (se non ricordiamo male), quando al termine di accese discussioni anche in consiglio comunale, subì l’onta della demolizione. Da quel momento più nulla è stato fatto.

Fino a qualche settimana fa, chi fosse stato sorpreso a urinare all’aperto si prendeva una semplice denuncia, com’è accaduto a molti protagonisti della movida, sorpresi in particolare nell’angolo nascosto del Battistero. Diciamo “semplice denuncia” perchè nel marasma della giustizia italiana, per un reato così veniale le possibilità che il caso venisse archiviato o prescritto erano altissime. Al limite si poteva anche contare sull’intervento “riparatore” di un giudice di pace. Ora la pacchia è finita.

Con l’approvazione della Legge finanziaria, nell’ambito della depenalizzazione dei reati voluta per consentire lo smaltimento delle migliaia di pratiche giacenti nelle aule dei tribunali, il quadro normativo è completamente cambiato. L’azione penale è stata cancellata e al suo posto sono arrivate le multe, salate, così salatissime tanto da far sorgere il sospetto che le ragioni vere siano quelle di fare cassa, come sempre. Ma questo è un altro discorso.

   Così sono entrate in vigore  ammende di  600 euro per chi mette i rifiuti nel contenitore sbagliato, oppure da 250 per chi butta per terra un mozzicone e o un pezzo di carta. Per carità, ben venga tutto quanto possa servire a rendere la società più civile. Ma 3.333 euro, che diventano 5.000 dopo un mese, per chi “gli scappa” e non riesce a raggiungere in tempo l’unica toilette pubblica nel raggio di 50 chilometri, appaiono francamente esagerati.
Siamo tutti avvisati.

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