Attualità
Piazza Vittorio Veneto, il meme di Hoz sui bagni pubblici
La polemica
«Assolutamente no. È una questione di civiltà: l’albergo diurno (o bagni pubblici), inaugurato nel 1957, deve mantenere la sua destinazione originaria, non può diventare un esercizio commerciale, che sia bar o altro».
Da tempo il nostro giornale tiene una rubrica, curata dallo storico Gianfranco Ribaldone, che ha come tema i giardini Zumaglini, nel cui contesto è inserito l’albergo diurno, chiuso due anni fa causa Covid. Com’è noto, l’edificio è destinato a diventare un esercizio commerciale.
A supporto del proprio punto di vista Gianfranco Ribaldone aggiunge: «Immaginate che la vostra bimba, che avete portato a giocare ai giardini, vi dica “Pipì!”. Che fate? Attraversate con lei via Lamarmora, una delle più pericolose di Biella, come dimostra la cronaca locale, per poi percorrere fino in fondo la lunga galleria dell’Esselunga? O non sarebbe meglio fruire, per pochi soldi, di un locale pulito regolarmente e custodito, con gabinetti di decenza, sapone e asciugamani? Non è solo una questione di civiltà, ma anche di rispetto per quanti si recano ai giardini, siano residenti o turisti. Immaginate una intera scolaresca!».
Un’altra ragione a favore della trasformazione in bar è rappresentata dalla sua posizione su via Lamarmora, posizione che rappresenterebbe – secondo la giunta – un brutto biglietto da visita della città.
«Questo locale esiste e, fino al Covid, era aperto. Perché convertirne l’uso? Piuttosto occorre farlo conoscere e valorizzarlo. E proprio quando, con una spesa di 750mila euro, piazza Vittorio Veneto vuole diventare più bella e più ospitale, il fiore all’occhiello di questa città. Ma quale ospitalità, quale fiore, se si costringono i visitatori a soluzioni precarie per i propri bisogni? E’ una questione anche di buon senso. In passato l’albergo diurno era poco frequentato? Non sarà così in futuro, perché ad una piazza più bella corrisponderà negli anni un afflusso maggiore».
Rispetto all’obiezione sulla sua posizione “troppo esposta” tale da rappresentare “un brutto biglietto da visita della città” la replica è pronta: «Con il progetto di rifacimento di piazza Vittorio, destinata a diventare isola pedonale anche nell’area di fronte ai portici e dunque ad essere più frequentata, l’albergo diurno si troverà a margine della zona e non certo in posizione baricentrica. Nel contempo via Lamarmora è (e rimarrà) una delle arterie cittadine più trafficate; chi la percorre dovrà continuare a stare attento a non travolgere i pedoni più che a guardare il paesaggio. L’edificio comunque non è una bruttura, piuttosto necessita di alcuni interventi: il progetto del 1956 prevedeva un tetto di eternit ondulato, che mi sembra tuttora permanere. Sarà bene intervenire per la salute pubblica. Le brutture della città sono altre».
Sulla stessa lunghezza dello storico e appassionato dei giardini era anche intervenuto Luigi Apicella, ex consigliere comunale: «Un nuovo ed ennesimo bar all’angolo tra le vie Torino e Lamarmora sarebbe l’ennesimo buco nell’acqua di questa amministrazione, incapace di uno sguardo che vada al di là del proprio naso nell’immediato presente».
«Se il rifacimento di piazza Vittorio Veneto – aggiunge Apicella – porterà più visitatori ai giardini Zumaglini, il futuro parco urbano avrà certamente bisogno di servizi igienici che possano essere all’altezza della nuova realtà. Quindi, al contrario di quanto proposto dalla giunta, l’albergo diurno deve essere potenziato e risistemato, ma non certamente distrutto e trasformato in qualcos’altro, qualunque sia questo “qualcos’altro”».
Sulla vicenda c’è anche da registrare un’interrogazione del gruppo consigliare del Partito Democratico, contrario all’ipotesi di smantellamento della struttura: «Diciamo no al bar al posto dei bagni pubblici ai giardini Zumaglini. È l’unico rimasto, non bisogna perderlo. Nell’arco di 100 metri attorno all’edificio che attualmente ospita l’albergo diurno sono presenti almeno 5 bar, 2 bar gelateria e 2 servizi di ristorazione/street food. A Biella, con la chiusura dell’albergo diurno, non esistono più in tutta la città servizi igienici pubblici. Il centro commerciale I Giardini non è una struttura pubblica nella disponibilità del Comune e pertanto non può essere aperta nei giorni festivi o in orari serali post chiusura dei negozi, mentre il capitolato definito dal Comune per la gestione dell’albergo diurno prevedeva che lo stesso rimanesse aperto in occasione di manifestazioni pubbliche con notevole afflusso di pubblico, anche fuori dagli orari ordinari».
Al momento però la giunta non è intenzionata a fare marcia indietro, come confermato dall’assessore ai Lavori Pubblici Davide Zappalà. Essendo di proprietà pubblica, la via che verrà seguita sarà quella dell’indizione di un bando pubblico con base d’asta per la cessione dell’immobile a terzi, previa ovviamente la ristrutturazione dell’edificio terminato nel lontano 1957. La futura destinazione dell’immobile sarà quella commerciale, quindi locale destinato alla somministrazione di cibi e bevande.
Walter Leotta
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Ardmando
22 Settembre 2023 at 8:21
Oh ma quante lagne. E’ proprio vero che a Biella si preferisce legarsi al vetusto passato e non rinnovarsi, mantenere quel buon odore di vecchio e stantio e soprattutto fare polemica per qualsiasi cosa. Già il fatto di ostinarsi a chiamare “piazza” quella striscia di cubetti di porfido sita da un lato davanti ad un portico fatiscente popolato oramai solo da disadattati, sporcizia, vecchiume e abbandono e dall’altro ai giardinetti di ubriaconi e spacciatori, e coronata da un pisciatoio pubblico.
Sonia
23 Settembre 2023 at 11:50
Sono i nostri politici , un brutto biglietto da visita, anche la funicolare hanno sistemato, almeno i bagni pubblici sono utili