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Ordinano 31 bare e le pagano con un assegno scoperto

La truffa, di cui sono accusati due italiani di Maglione e Caluso, risale al marzo 2019

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IVREA – Si è aperto  nel tribunale di Ivrea (giudice monocratico Antonella Pelliccia) il processo nei confronti di due italiani, un 33enne di Maglione e un 30enne di Caluso, accusati di avere pagato 31 bare per la loro agenzia di pompe funebri, con sede a Chivasso, con un assegno scoperto da 3mila euro (l’operazione avrebbe avuto un ammontare complessivo di 11mila euro).

La truffa di cui sono accusati risale al marzo 2019, quando il fornitore delle bare, un grossista residente a Borgaro Torinese, non era riuscito a incassare l’assegno e le casse da morto erano state poi recuperate in un magazzino a Chivasso. Il socio calusiese non è apparso in aula: è sparito nel nulla facendo perdere le proprie tracce da diversi mesi. Anche il suo legale, l’avvocato Mauro Bianchetti, non sa che fine abbia fatto.

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