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Attualità

Ma sul triste record di suicidi vogliamo fare qualcosa?

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Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Sandro Delmastro:

Ha destato in me sconcerto e incondivisione il modo, peraltro ineccepibile sul piano strettamente numerico, con cui i giornali locali hanno dato notizia della 18ma edizione della classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, con particolare riferimento al fatto che deteniamo il tristissimo primato, a livello nazionale, nel Biellese del numero di suicidi.
Insieme ad altri aspetti negativi, questo è certamente l’aspetto che ci deve maggiormente preoccupare e che, contemporaneamente, offre la misura di un disagio sociale, fra l’altro neppure correlativo alla condizione economica dei nuclei famigliari e, dunque, difficilmente comprensibile e spiegabile.
Molte altre aree  geografiche-economico-sociali della nostra Italia avrebbero dovuto, prima del Biellese, raggiungere il “trend” negativo del numero dei suicidi.
Invece, purtroppo, è toccato a noi: ora vale la pena di ragionare e di impegnarci per comprendere, sociologicamente ed economicamente, quali oscure ragioni sono alla base di questo terribile e drammatico “primato” statistico.
Non è certamente una perdita di tempo se dedichiamo qualche minuto ad approfondire il tema, cercando di “uscire” da questa posizione di classifica che crea in ciascuno di noi turbamento ed incomprensibilità.
Lavoriamo insieme, con l’ausilio della psicologia, della medicina legale e della sociologia, per fare quanto è nelle nostre possibilità al fine di migliorare la posizione del Biellese e dei Biellesi.
Credo ne valga la pena!

Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Sandro Delmastro:

Ha destato in me sconcerto e incondivisione il modo, peraltro ineccepibile sul piano strettamente numerico, con cui i giornali locali hanno dato notizia della 18ma edizione della classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, con particolare riferimento al fatto che deteniamo il tristissimo primato, a livello nazionale, nel Biellese del numero di suicidi.
Insieme ad altri aspetti negativi, questo è certamente l’aspetto che ci deve maggiormente preoccupare e che, contemporaneamente, offre la misura di un disagio sociale, fra l’altro neppure correlativo alla condizione economica dei nuclei famigliari e, dunque, difficilmente comprensibile e spiegabile.
Molte altre aree  geografiche-economico-sociali della nostra Italia avrebbero dovuto, prima del Biellese, raggiungere il “trend” negativo del numero dei suicidi.
Invece, purtroppo, è toccato a noi: ora vale la pena di ragionare e di impegnarci per comprendere, sociologicamente ed economicamente, quali oscure ragioni sono alla base di questo terribile e drammatico “primato” statistico.
Non è certamente una perdita di tempo se dedichiamo qualche minuto ad approfondire il tema, cercando di “uscire” da questa posizione di classifica che crea in ciascuno di noi turbamento ed incomprensibilità.
Lavoriamo insieme, con l’ausilio della psicologia, della medicina legale e della sociologia, per fare quanto è nelle nostre possibilità al fine di migliorare la posizione del Biellese e dei Biellesi.
Credo ne valga la pena!