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Luigi Dimino lancia una raccolta fondi per ripartire

Colpito dalla sindrome di Guillain Barrè, è tornato a casa e ha bisogno di ricominciare

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luigi dimino lancia una raccolta fondi

Luigi Dimino lancia una raccolta fondi per ripartire. «Sono disperato, ho perso tutto». Lo scrive il noto musicista, 47 anni, ora abitante a Borgosesia ma conosciuto a Viverone, protagonista di tantissimi eventi e performance.

Due anni fa una malattia rara, la sindrome di Guillain Barrè, lo ha paralizzato totalmente lasciandolo «tetraplegico in stato vegetale, corde vocali paralizzate, disfagia e infezioni». Sulla piattaforma Gofundme.com ha lanciato una raccolta fondi: si punta a 25mila euro.

Finora grazie a 207 donazioni sono stati raccolti già 11.400 euro. C’è chi ha versato 10 euro e chi si è spinto a 1000 euro. I donatori sono amici e persone che hanno conosciuto Dimino per professionalità e disponibilità.

Luigi Dimino lancia una raccolta fondi per ripartire

Dopo due mesi di coma e cinque in terapia intensiva, subisce quattro operazioni alla gola per la formazione di granulomi e perde l’uso di mani e piedi. E poi deve pensare anche alla madre, colpita da un ictus. L’evento si aggiunge al dolore per la scomparsa del padre e del figlio Erik, di soli vent’anni, in un incidente stradale nel 2017.

Luigi Dimino continua però a crederci. Dopo mesi trova il coraggio di lanciare un appello online. «I costi per una badante sorpassano quelli che percepisco di pensione e accompagnamento, in più devo anche poter vivere pagando affitto e utenze».

«L’Asl – spiega – non copre le spese di tutti gli ausili, ad esempio ho bisogno di una pedana per essere indipendente e costa 7mila euro. Devo pagarmi privatamente un fisioterapista e una palestra dove poter fare riabilitazione tre volte a settimana. Mi hanno prescritto una carrozzina superleggera e, vista la gravità delle mie mani, avrei bisogno di un altro accessorio per muovermi. Costa 5-7mila euro in base al modello che mi faranno provare».

Dimino sogna infine di acquistare un sidecar, adattarlo e farsi trasportare dagli amici tornando a sentire l’aria di libertà.
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