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Liberazione, a Biella il grande assente è l’inno nazionale
La mancata esecuzione di “Fratelli d’Italia” diventa un caso

Mancava qualcosa, questa mattina, alle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione dai nazifascisti: l’inno nazionale.
Liberazione, la mancata esecuzione dell’inno nazionale diventa un caso
Biella, medaglia d’oro al valor militare proprio per il contributo dato alla Resistenza, questa mattina ha celebrato la Liberazione (nella foto, le autorità cittadine in prima fila). Un giorno prima, rispetto al resto d’Italia, perché un giorno prima, il 24 aprile, fascisti e nazisti furono cacciati dalla nostra città.
Prima, durante e dopo gli interventi del sindaco Marzio Olivero e di Michela Cella, segretaria nazionale dell’Anpi, in tanti si sono chiesti per quale ragione non fosse stato eseguito l’inno di Mameli, come da tradizione.
Gianni Chiorino, presidente Anpi: “Amarezza e sconcerto”
Interpellato da La Stampa, il presidente provinciale dell’Anpi, Gianni Chiorino, ha espresso tutta la propria indignazione, parlando di “amarezza” e “sconcerto” per la decisione di non suonare l’inno nazionale.
Resta ora da capire perché non sia stato eseguito. In un primo momento si era parlato di un invito della Prefettura, nel recepire le indicazioni del Ministero a proposito della “sobrietà” richiesta per via del lutto nazionale. Invito che però non risulterebbe esserci mai stato.
“Non riesco a capire perché gli inni italiano ed europeo non siano compatibili con la presunta sobrietà, che non si sa bene cosa sia, di una cerimonia di questo genere – le parole di Chiorino a La Stampa -. Ancora più grande è lo sconcerto perché non si sa chi sia l’autore di questo invito o diktat. Non si sa”.
L’inno nazionale suonato anche per l’elezione del Papa
Resta da capire in che modo l’inno di Mameli potesse rendere meno “sobria” la cerimonia per il 25 aprile. Una data che è alla base della nostra democrazia, della nostra Costituzione e della nostra Repubblica.
Anzi, forse sarebbe stato un bel modo anche per salutare proprio Papa Francesco, dato che l’inno nazionale venne suonato dalla banda e cantato da tutta piazza San Pietro il giorno della sua elezione, dodici anni fa. Siamo certi che il pontefice non si sarebbe offeso se oggi fosse stato eseguito.
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