Seguici su

Attualità

Il titolare del ristorante “Da zia Francy”: “Rischiamo di chiudere per una banalità”

Pubblicato

il

Il titolare di un esercizio commerciale sa che per il successo della propria attività dovrà affrontare di tutto. Ma probabilmente non il fatto che a decidere le sorti del proprio lavoro sia un semplice cordolo stradale. Certamente non lo pensava Sergio Bianchi del ristorante  “Da Zia Francy” situato sulla strada Trossi a Verrone  il cui incubo è diventato proprio il cordolo della rotonda situata nei pressi che impedisce ai mezzi pesanti di accedere al parcheggio del ristorante stesso.
«A prezzo di gravi sacrifici e tanto impegno – afferma il diretto interessato – eravamo riusciti ad affrontare e superare la difficile crisi di questi anni ma ora rischiamo di chiudere per una banalità. Il problema è molto semplice. Da quando l’amministrazione provinciale ha deciso di realizzare un cordolo a protezione della rotonda che si trova proprio davanti alla nostra attività il numero dei clienti si è drasticamente ridotto: non avendo più la possibilità di accedere al parcheggio, i camionisti che hanno sempre rappresentato una buona fetta della nostra clientela non si fermano più e scelgono altre destinazioni. Sembra uno scherzo ma quel cordolo ci sta portando alla rovina».
Ovviamente Sergio Bianchi si è recato più volte in comune a Verrone e poi in Provincia per cercare di risolvere il problema ma nonostante i diversi incontri il cordolo è rimasto stoicamente al suo posto. Poi, se è vero che la fortuna è  cieca, la sfortuna ci vede proprio benissimo perchè sull’altro lato della rotonda non esiste alcuna protezione: «La differenza di trattamento – continua l’interessato – è dovuta al fatto, almeno così mi è stato detto, che il terreno dall’altro lato è di proprietà comunale mentre il parcheggio del ristorante appartiene a un privato». E’ dunque questo l’inghippo che ne impedisce la rimozione? Assolutamente no. «Da parte nostra – afferma Carlo Caglieris, giocatore di pallacanestro della storica Cecchi Biella che militava nel campionato di serie A negli anni Settanta – abbiamo dato e diamo la nostra massima disponibilità per la risoluzione del problema. Il nostro obiettivo è che l’attività commerciale rimanga al suo posto, non vogliamo essere di impedimento. Ci dicano solamente quello che dobbiamo fare. Mi sembra assurdo che un problema di questo tipo possa comportare il fallimento di una qualsiasi attività  con tutte le conseguenze del caso. Come è visibile a tutti, la strada  Trossi è già commercialmente in sofferenza e non esistono dunque ragioni per creare ulteriori problematiche, ancor più per questioni così banali. Come ho detto al titolare del ristorante e ai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche ci indichino la soluzione. Ripeto, da parte nostra c’è la massima disponibilità».
Al momento però nulla è cambiato:
«Sono anni – conclude Sergio Bianchi – che facciamo sacrifici e mi sembra assurdo perdere tutto per una ragione del genere. Rivolgo quindi un appello alle autorità competenti perchè mi aiutino a risolvere la questione. Altrimenti anch’io dovrò seguire la sorte di coloro che se ne sono andati via». 

Il titolare di un esercizio commerciale sa che per il successo della propria attività dovrà affrontare di tutto. Ma probabilmente non il fatto che a decidere le sorti del proprio lavoro sia un semplice cordolo stradale. Certamente non lo pensava Sergio Bianchi del ristorante  “Da Zia Francy” situato sulla strada Trossi a Verrone  il cui incubo è diventato proprio il cordolo della rotonda situata nei pressi che impedisce ai mezzi pesanti di accedere al parcheggio del ristorante stesso.
«A prezzo di gravi sacrifici e tanto impegno – afferma il diretto interessato – eravamo riusciti ad affrontare e superare la difficile crisi di questi anni ma ora rischiamo di chiudere per una banalità. Il problema è molto semplice. Da quando l’amministrazione provinciale ha deciso di realizzare un cordolo a protezione della rotonda che si trova proprio davanti alla nostra attività il numero dei clienti si è drasticamente ridotto: non avendo più la possibilità di accedere al parcheggio, i camionisti che hanno sempre rappresentato una buona fetta della nostra clientela non si fermano più e scelgono altre destinazioni. Sembra uno scherzo ma quel cordolo ci sta portando alla rovina».
Ovviamente Sergio Bianchi si è recato più volte in comune a Verrone e poi in Provincia per cercare di risolvere il problema ma nonostante i diversi incontri il cordolo è rimasto stoicamente al suo posto. Poi, se è vero che la fortuna è  cieca, la sfortuna ci vede proprio benissimo perchè sull’altro lato della rotonda non esiste alcuna protezione: «La differenza di trattamento – continua l’interessato – è dovuta al fatto, almeno così mi è stato detto, che il terreno dall’altro lato è di proprietà comunale mentre il parcheggio del ristorante appartiene a un privato». E’ dunque questo l’inghippo che ne impedisce la rimozione? Assolutamente no. «Da parte nostra – afferma Carlo Caglieris, giocatore di pallacanestro della storica Cecchi Biella che militava nel campionato di serie A negli anni Settanta – abbiamo dato e diamo la nostra massima disponibilità per la risoluzione del problema. Il nostro obiettivo è che l’attività commerciale rimanga al suo posto, non vogliamo essere di impedimento. Ci dicano solamente quello che dobbiamo fare. Mi sembra assurdo che un problema di questo tipo possa comportare il fallimento di una qualsiasi attività  con tutte le conseguenze del caso. Come è visibile a tutti, la strada  Trossi è già commercialmente in sofferenza e non esistono dunque ragioni per creare ulteriori problematiche, ancor più per questioni così banali. Come ho detto al titolare del ristorante e ai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche ci indichino la soluzione. Ripeto, da parte nostra c’è la massima disponibilità».
Al momento però nulla è cambiato:
«Sono anni – conclude Sergio Bianchi – che facciamo sacrifici e mi sembra assurdo perdere tutto per una ragione del genere. Rivolgo quindi un appello alle autorità competenti perchè mi aiutino a risolvere la questione. Altrimenti anch’io dovrò seguire la sorte di coloro che se ne sono andati via». 

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook