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Il cuore dei biellesi è un po’ matto

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Il cuore dei biellesi sta bene ma non proprio benissimo almeno a giudicare dalla mole di lavoro cui è chiamato il reparto di Cardiologia dell’ospedale, considerato tra le eccellenze in Piemonte.

Il cuore dei biellesi sta bene ma non proprio benissimo almeno a giudicare dalla mole di lavoro cui è chiamato il reparto di Cardiologia dell’ospedale, considerato tra le eccellenze in Piemonte.
Nel 2015 gli infarti di cui si è occupato il Degli infermi sono stati 126, alla media di uno ogni tre giorni. Le coronografie (ossia l’esame che consente di visualizzare direttamente lo stato delle arterie coronariche ed eventualmente intervenire) effettuate su pazienti affetti da patologie cardiovascolari sono state ben 695, le angioplastiche (intervento per dilatare i vasi sanguigni) 422 di cui appunto 126 durante infarti acuti.
Inoltre, nell’ambito dell’elettrofisiologia, sono stati installati 129 pacemaker e 41 defibrillatori.
Insomma, considerando che la morte per infarto resta ai primi posti tra le cause di decesso in Piemonte, anche se nell’ultimo anno si è  registrato un confortante decremento dell’8%, la strada della prevenzione del rischio è fondamentale.
Anche per questo diciassette medici di medicina generale dell’Asl di biella  sono stati protagonisti di uno studio sui fattori di rischio cardiovascolare, pubblicato di recente sull’European Journal of Preventive Cardiology.
Si chiama R&P, Rischio & Prevenzione, ed è un lavoro – unico nel suo genere – che ha coinvolto in tutta Italia 860 professionisti dello stesso settore ed oltre 12.000 pazienti di diverse regioni.
Progettato dal Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale (CSeRMEG) e dall’Istituto Mario Negri, questo studio ha come obiettivo la prevenzione delle malattie cardiovascolari in pazienti ad alto rischio. I medici coinvolti hanno seguito per cinque anni un gruppo di pazienti,  controllando di anno in anno i valori relativi a ipertensione, diabete,     ipercolesterolemia, sedentarietà, obesità, fumo, dieta incongrua.
Nel momento in cui vi era una variazione rispetto al valore considerato ottimale, veniva subito individuata una strategia di prevenzione basata sulle migliori conoscenze scientifiche concordata con il paziente. Un metodo che a distanza di tempo ha dimostrato tutta la sua efficacia; è stata infatti registrata una notevole riduzione degli eventi cardiovascolari, evidenziando così come il controllo dei fattori di rischio modificabili e il miglioramento degli stili di vita abbassi in modo significativo l’insorgenza di eventi cardiovascolari.
“Questo lavoro di ricerca – ha sottolineato il dottor Michele Sartore, Direttore del Distretto Biella dell’ASL BI – costituisce un chiarissimo esempio dell’importanza di valorizzare sempre di più il ruolo clinico dei Medici di Famiglia nella cura delle principali patologie croniche che affliggono la nostra popolazione”.

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