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Il Colibrì da hotel a centro di accoglienza per i profughi

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Alla continua ricerca di spazi per accogliere il flusso di immigranti, le autorità cittadine hanno posato gli occhi sull’ex hotel Colibrì.

Alla continua ricerca di spazi per accogliere il flusso di immigranti, le autorità cittadine hanno posato gli occhi sull’ex hotel Colibrì.  Lo stabile, che negli anni d’oro ospitava anche la mitica discoteca Charlie Brown, potrebbe diventare a breve un centro per richiedenti asilo. L’ipotesi, a dire il vero più che un’ipotesi, ha immediatamente scatenato la reazione degli abitanti e degli esponenti di Lega Nord, contrarissimi a una simile ipotesi. A dimostrazione della loro netta opposizione, nei giorni scorsi i simpatizzanti del Carroccio hanno inscenato una manifestazione di protesta davanti ai locali della ex caserma della Polizia stradale, finita sulla lista delle  requisizioni. Ma l’elenco non dovrebbe  terminare qui. Un altro stabile “oggetto del desiderio” si trova sulla via per Pollone, sempre nell’ambito del territorio comunale.  Anche in questo caso i residenti della zona hanno immediatamente protestato dando vita a una raccolta di firme.

Per una situazione che rischia di accendersi, un’altra è arrivata alla soluzione. Si è risolta in maniera molto positiva infatti la vicenda legata all’accoglienza in frazione Vercellino a Ronco Biellese. Sono state infatti le stesse famiglie residenti a suggerire una soluzione che la prefettura di Biella ha accolto. L’associazione Onlus Pacefuturo potrà quindi iniziare ad accogliere alcune famiglie a partire dalla fine del mese di marzo. Lo spiega Alessia Zuppichiatti, consigliera di minoranza, della lista civica “Un’impronta per Ronco”, residente nella stessa frazione: «Dopo le reazioni iniziali alle notizie secondo cui sarebbero arrivati una ventina di richiedenti asilo, abbiamo iniziato a considerare che il posto non è adatto ad ospitare uomini. Ci siamo quindi chiesti perché non accogliere donne e bambini, famiglie? In questi giorni abbiamo avuto riunioni tra di noi e in comune, riunioni in cui gli animi si sono anche surriscaldati. Io stessa ero un po’ spaventata a condividere in un posto così piccolo esperienze di vita così diverse. Oggi siamo andati insieme in Prefettura e abbiamo avuto la conferma che nella nostra frazione arriveranno delle famiglie e siamo più sereni».
Il paese di Ronco ha ?in??fatti ?strutture adatte ad accogliere bambini: un asilo nido, la scuola materna, le elementari e le medie (con un ciclo scolastico solido), un centro sportivo completo. E soprattutto ci sono donne e mamme, che se prima erano timorose all’idea di ospitare soltanto uomini, adesso sono pronte ad aiutare.

Andrea Trivero, direttore di Pacefuturo: «Il dato interessante è che una serie di famiglie ha dato disponibilità a fare accoglienza diffusa e a ospitare direttamente nelle proprie case. Coglierei l’occasione per ringraziarle tutte. Il prefetto di Biella ha però comunicato che per il momento non sono ancora stati attivati progetti di accoglienza diffusa nel Biellese. Però è importante, vuol dire che la comunità di Ronco ha risposto. La ringraziamo dunque per l’apertura: pur nelle difficoltà abbiamo trovato un cammino insieme».
Carla Moglia, sindaco di Ronco Biellese: «Mi auguro che da adesso in poi questa comunità che è emersa si mantenga tale e abbia la forza di affrontare questo problema nel modo giusto». Elena Caucino, assessore ai servizi sociali: «Meno male che c’è stata questa apertura del prefetto vicario dottoressa Patrizia Bianchetto che è stata fondamentale per mettere d’accordo tutti”.
«Ci presenteremo – ?ha concluso la consigliera Zuppichiatti – con un elenco dei bisogni, dai vestitini per bambini, a quelli per adulti alle biciclette. Chiunque fosse interessato può contattarci direttamente o tramite Pacefuturo»?.

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