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I vent’anni del Centro di ascolto psicologico del Fondo Tempia e un’iniziativa social per celebrarli

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C’è una porta, nel cuore di Biella, che si apre almeno mille volte l’anno per offrire sostegno a chi vive l’ansia di una malattia che fa paura come il cancro: è quella del Centro di ascolto psicologico del Fondo Edo Tempia, nato nel 2000 come struttura a disposizione di chi vive, direttamente o indirettamente, l’esperienza del tumore. E saranno proprio loro, i destinatari del servizio, a raccontare le loro esperienze, simbolo dei primi vent’anni di attività, attraverso i social media: sui canali Facebook e Instagram del Fondo verranno pubblicati, a partire dai prossimi giorni, i piccoli racconti in prima persona di chi ha conosciuto da vicino, per necessità, il lavoro del centro. Il titolo scelto per il mini-ciclo di testimonianze è “Il mio albero verde”.

Si tratterà di una piccola percentuale dei numerosi pazienti seguiti (gratuitamente) nel corso di questi vent’anni: i numeri parlano di una media di circa 150 persone accolte ogni anno, per un totale di oltre mille colloqui clinici. Dietro la porta del centro, che ha sede in via Malta 3, ci sono Paola Minacapelli e Valentina Furno, psicologhe psicoterapeute con un master in psiconcologia, che sono state fiancheggiate, nel corso degli anni, da altre colleghe. Il loro lavoro spazia dal servizio di sostegno telefonico, particolarmente prezioso nei mesi dell’emergenza-coronavirus, alle consulenze, dalla psicoterapia individuale al sostegno in sede o a domicilio, nel caso di pazienti in fase avanzata di malattia. «Avevamo iniziato» ricorda la vicepresidente del Fondo Edo Tempia Maria Teresa Guido «rivolgendoci esclusivamente a donne con una diagnosi di tumore al seno e ai loro familiari, con le psicologhe Simona Ramella Paia e Roberta Rossi. Ai percorsi individuali si univa l’auto-mutuo aiuto di gruppo grazie a donne che avevano vissuto la stessa esperienza. Il gruppo di ex pazienti, collegate all’Andos, associazione nazionale donne operate al seno, andava poi a far visita alle persone appena ricoverate in ospedale, portando con la propria presenza una testimonianza di vita».

Dopo i primi anni, dal 1995 al 1999, la struttura si è consolidata nel 2000, diventando un vero e proprio centro di ascolto che è cresciuto progressivamente fino ai giorni nostri, collaborando fianco a fianco con il servizio di psicologia clinica ospedaliera dell’Asl di Biella e con il Progetto Protezione Famiglie Fragili, di cui il Fondo Edo Tempia è ente capofila per la provincia. L’attività è rivolta anche ai volontari in oncologia, che vengono selezionati, formati e supervisionati costantemente, così come vengono affiancati i gruppi di auto-mutuo aiuto per l’elaborazione del lutto, condotti da facilitatrici dalla lunga esperienza. «Nel corso degli anni» spiegano Paola Minacapelli e Valentina Furno «abbiamo cercato di avvicinarci ai pazienti in molti più modi, abbracciando per esempio attività terapeutiche di gruppo come l’arteterapia e la musicoterapia. Inoltre, collaboriamo con gli operatori delle discipline di benessere corpo-mente e di attività fisica che il Fondo Edo Tempia mette a disposizione. I gruppi di socializzazione attraverso ricamo, bricolage con ago e filo, maglia e stencil rappresentano occasioni per trascorrere qualche ora di svago, in piacevole compagnia e in un ambiente accogliente e familiare».

La formazione non è mai mancata in questi vent’anni: le psicologhe hanno seguito studenti per il tirocinio formativo e hanno coordinato progetti di ricerca in collaborazione con l’Università di Torino e con l’associazione Emdr Italia, che promuove l’uso di un metodo terapeutico efficace in caso di traumi e forti stress, nel quale Paola Minacapelli e Valentina Furno sono specializzate. Numerose sono state anche le partecipazioni a convegni su psiconcologia e cure palliative, in cui l’esperienza biellese ha fatto da esempio.

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