Attualità
«Gli hanno tolto la milza al posto del rene ed è morto»
L’accusa contenuta in una lettera anonima è terribile, ovvero l’aver negligentemente provocato il decesso di un paziente. Una morte orribile, perché – stando alla denuncia – sarebbe conseguenza di un madornale e inconcepibile errore quale l’asportazione della milza, sana, anziché del rene malato. Ora sull’episodio indaga la Procura della Repubblica, che dovrà verificare se il contenuto della lettera è frutto di gelosie professionali e/o personali maturate in ambito lavorativo – quindi redatta dal classico “corvo” – oppure corrisponde a quanto effettivamente avvenuto. Il sequestro della cartella clinica del paziente da parte dei magistrati sarà quasi certamente seguito dalla nomina di un perito.
L’accusa contenuta in una lettera anonima è terribile, ovvero l’aver negligentemente provocato il decesso di un paziente. Una morte orribile, perché – stando alla denuncia – sarebbe conseguenza di un madornale e inconcepibile errore quale l’asportazione della milza, sana, anziché del rene malato. Ora sull’episodio indaga la Procura della Repubblica, che dovrà verificare se il contenuto della lettera è frutto di gelosie professionali e/o personali maturate in ambito lavorativo – quindi redatta dal classico “corvo” – oppure corrisponde a quanto effettivamente avvenuto. Il sequestro della cartella clinica del paziente da parte dei magistrati sarà quasi certamente seguito dalla nomina di un perito.
Abbiamo utilizzato l’aggettivo “tremendo” perché se l’errore fosse effettivamente avvenuto saremmo di fronte a un caso di malasanità che va oltre l’immaginabile (l’asportazione di un organo al posto di un altro); se invece si trattasse dell’operato di un “corvo”, sarebbe altrettanto tremendo perché dimostrerebbe come in alcuni settori del nosocomio i rapporti interni siano basati su odio e invidia. Perché una cosa è certa: chi ha scritto la missiva, nascondendosi dietro a un falso mittente, è dell’ambiente sanitario.
Il caso in questione riguarda un paziente, residente in Molise, 40enne, sottoposto a intervento chirurgico a Biella agli inizi di agosto. E su questo non esistono dubbi di sorta. Il ricovero è avvenuto, così come l’operazione chirurgica. Non è nemmeno in discussione il fatto che le condizioni generali del paziente fossero molto gravi già prima della sua entrata in sala operatoria. Per quanto riguarda il fallito tentativo di mantenerlo in vita, la direzione dell’Azienda sanitaria fa sapere che i familiari dell’uomo hanno ringraziato il personale per aver fatto fino all’ultimo ogni tentativo per salvarlo. Aggiungiamo anche che le testimonianze da noi raccolte all’interno del nosocomio sono concordi nel riconoscere al chirurgo alte capacità professionali: insomma, da una parte c’è la percezione che quanto formulato sia semplicemente volgari calunnie. Dall’altra però ci sono le accuse contenute nella missiva che dipingono lo scenario da incubo.
L’anonimo estensore non solo cita l’episodio della «rimozione della milza anziché del rene» e il successivo sequestro della cartella clinica, ma anche la prassi lavorativa del medico incentrata «solo sui numeri, numeri fatti con interventi inutili per la produzione aziendale e la carriera. E’ mostruoso!».
Ma non è finita qui, perché viene citato il fatto che tale prassi sia a conoscenza dei vertici ospedalieri. La domanda è semplice: si tratta di episodi da incubo realmente accaduti, oppure siamo al cospetto di infamanti accuse da parte di un frustrato sia dal punto di vista umano che professionale?
Qualunque sia la verità, l’importante è che si faccia completamente chiarezza il più presto possibile.
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