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Due pensionati biellesi su tre vorrebbero andare a vivere all’estero

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Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, più di due biellesi su tre (73%) si dicono disposti addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, piacevoli esperienze.

Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, più di due biellesi su tre (73%) si dicono disposti addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, piacevoli esperienze.

È il quadro che emerge dall’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare1.

Quasi la metà degli abitanti di Biella (45%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro, e un ulteriore 41% vede molta incertezza all’orizzonte.

Fra i principali timori, quello di cadere in povertà assoluta (41%), dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (38%), non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando in là con gli anni (31%) o non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (21%).

Non si tratta solo di pessimismo. A gettare ombre sul futuro pensionistico degli abitanti di Biella sono anche le difficoltà del presente, a partire da una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (59%) e dalla precarietà del lavoro (48%). Preoccupano anche l’instabilità dello scenario economico del momento (45%), il timore di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzi tempo (38%) e le incertezze del quadro normativo attuale (31%).

Ma quali sono le misure di welfare a cui guardano i biellesi per integrare la pensione e prepararsi agli anni della vecchiaia? Più della metà degli abitanti di Biella (62%) punterebbe sulla previdenza complementare: di questi, il 44% con un fondo pensione, il 39% con un piano individuale di risparmio e il restante 17% stipulerebbe una polizza assicurativa. Ciò che conta, dicono i biellesi, è pensarci per tempo, fin da giovani (28%) o da quando si inizia la propria carriera lavorativa (41%).

Inoltre, se il 38% dei biellesi investirebbe nel mattone, per il 28% la soluzione è tenere i soldi sul proprio conto corrente, mentre per un ulteriore 7% la soluzione è investire i propri risparmi sul mercato finanziario.

Ma a chi si rivolgono i biellesi per farsi consigliare? Il 41% si affiderebbe alla propria banca, mentre il 35% si muoverebbe in maniera autonoma, cercando informazioni sul web (14%) o decidendo da sé (21%). Il 31% si rivolgerebbe a un consulente, il 24% all’agente assicurativo, mentre per il 17% le figure di riferimento sono familiari, colleghi o amici.

Integrare la pensione di base con una rendita complementare è sempre più una necessità per gli italiani”, afferma Marco Mazzucco, Direttore Distribuzione Marketing e Brand di Gruppo di Reale Mutua. “Occorre essere lungimiranti, giocare d’anticipo e quindi comprendere l’importanza di costruire per tempo, con una forma di welfare appropriata, una vecchiaia serena giorno dopo giorno. Ed è proprio questo uno dei punti chiave del nostro Osservatorio, l’iniziativa che abbiamo lanciato quest’anno per monitorare l’attenzione e la propensione degli italiani rispetto al macro tema del welfare. Analizzando i risultati della ricerca emerge come i nostri connazionali stiano in effetti sviluppando una sensibilità al tema del futuro pensionistico e agli strumenti e opportunità disponibili.”

 

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

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