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Cinghiali, resta situazione molto critica per incolumità pubblica e raccolti

L’invasione di questi animali è ormai da considerarsi insostenibile e la misura è ormai colma

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“Serve un netto cambio di rotta della Regione sia nei contenuti sia nei modi: così vengono meno gli impegni presi dallo stesso assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, lo scorso 8 luglio in piazza Castello durante la protesta degli agricoltori”. Questo il commento di Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale a proposito delle linee guida presentate dalla Regione riguardo alla gestione venatoria e all’attività di contenimento dei cinghiali.

L’invasione di questi animali è ormai da considerarsi insostenibile e la misura è ormai colma. Le parole di Moncalvo e Rivarossa vengono riprese anche dal presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e dal direttore Francesca Toscani: “Quanto predisposto dalla Regione presenta almeno due macro criticità – esordiscono – Da un lato, il metodo, poiché serve un approccio maggiormente strutturato, condiviso e non solo pochi giorni di tempo per presentare delle osservazioni ad un documento già “pre-confezionato”. Dall’altro, il merito, perché quanto proposto va solo a favorire un ristretto gruppo di persone che, di fatto, negli anni hanno avuto il controllo dei territori  a discapito degli agricoltori, delle effettive esigenze della cittadinanza e anche dei tanti cacciatori che non hanno mai potuto partecipare alle operazioni di selezione. Con questo approccio non determinato da parte della Regione – proseguono Dellarole e Toscani – rischia di venire meno quanto ottenuto fino ad ora per il contenimento della fauna. Anzi c’è il rischio di danneggiamento per la società, con il costante aumento degli incidenti stradali, ed il settore agricolo, compromettendo ulteriormente l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità ed il rischio di diffusione di malattie”.

Il presidente e il direttore di Coldiretti Vercelli-Biella poi rimarcano:“Nel documento, sostanzialmente, viene rafforzato un sistema che negli anni ha fallito. La situazione resta tutt’ora molto critica e grave e, nello stesso tempo, mortifica e, anzi, frena quelle nuove misure che consentivano in modo innovativo l’autodifesa, come la valorizzazione della figura del tutor. Chiediamo urgentemente, quindi, che venga fatto un passo indietro rispetto a quanto proposto dalla Regione e che si possa aprire un vero e proprio confronto proficuo rispetto alle linee guida ma anche alle vere esigenze di tutto il Piemonte”, concludono.

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