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Cerco un lavoro per tornare a sorridere

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“Urla del silenzio” era il  titolo di un film, ma l’ho voluto mettere come titolo a questo mio sfogo, per far sentire la rabbia che porta dentro la gente come me, essere disoccupati e, senza aver diritto ad un solo centesimo di aiuto (non hai né cassa integrazione né altro), è come essere chiuso in una prigione, non hai più le tue passioni che coltivavi, non hai più un sorriso se non triste, non hai più una dignità, ti  senti una merda.

“Urla del silenzio” era il  titolo di un film, ma l’ho voluto mettere come titolo a questo mio sfogo, per far sentire la rabbia che porta dentro la gente come me, essere disoccupati e, senza aver diritto ad un solo centesimo di aiuto (non hai né cassa integrazione né altro), è come essere chiuso in una prigione, non hai più le tue passioni che coltivavi, non hai più un sorriso se non triste, non hai più una dignità, ti  senti una merda.

La tua giornata inizia sempre sapendo che ogni giorno è uguale all’altro, ti alzi fai la colazione e prontamente inizi a guardare come un disperato se trovi qualche annuncio nel quale ricerchino una figura alla quale tu possa accedere. Se trovi qualche cosa provi a rispondere consapevole che tanto non avrai mai un posto, se non hai conoscenze non entrerai mai. Provi a chiamare pure le agenzie interinali per candidarti per qualche annuncio letto, ti rassicurano sempre che ti chiameranno appena ci sono novità, non lo faranno mai. Accendi la tv e ti soffermi sempre su trasmissioni dove parlano di povertà di disoccupazione di disagio, forse sentire altri che stanno come te o peggio ti fa sentire meglio, ma neanche un po’. Arriva l’ora di pranzo e la fame spesso non c’è, c’è la tua situazione che ti sta facendo morire dentro, ti prosciuga la vita di giorno in giorno, sei senza un futuro, senza un domani.

Non esci quasi mai, uscire vuol dire soffrire, se esci lo fai a testa bassa, hai vergogna di ciò che sei diventato, sai bene che qualsiasi cosa  tu veda fuori da quelle quattro mura in cui vivi (e ancora grazie che hai quattro mura),  non lo potrai avere. Non lavori, non guadagni, non puoi permetterti nulla, quindi ti ributti sul tuo computer sul tuo cellulare, alla ricerca di annunci che potrebbero ridarti la vita, ma ciò non accadrà mai.

La tristezza, l’angoscia ti stanno  uccidendo a ogni minuto della tua vita, in casa tua l’allegria non si conosce più da un pezzo, è solo sofferenza. Finalmente giunge così la sera, si fa cena sempre con l’umore a pezzi, sai che una giornata sta per finire, una giornata stressante piena di false speranze e nessuna certezza, finalmente arriva l’ora di dormire (se dormire ti riesce), nel buio della notte, la fantasia ha il suo spazio, e di tanto in tanto sogni di come sarebbe bello avere una vita non da ricco, non pretendi tanto,  ma da persona  normale.

Una vita con  un lavoro che ti possa dare dignità e possa ridare il sorriso alla tua famiglia. Ma la notte passa troppo velocemente e non c’è spazio per i sogni, la realtà, la triste realtà ti attende e il tuo giorno  nella tua “prigione” ricomincia. A  volte senti notizie di carcerati a cui danno un lavoro per reinserirsi nella società, e allora pensi che nella tua vita hai sempre sbagliato, l’onestà non paga, se vuoi un lavoro se vuoi attenzione devi delinquere, ma tu persona onesta non ci riuscirai mai, e allora continui la tua misera vita da invisibile, perché di te non se ne accorgerà mai nessuno.

Lettera Firmata

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