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Bloccati da due mesi in Messico sono finalmente tornati a Biella

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Dopo un isolamento forzato durato ben due mesi nella località di Cancun in Messico, ieri sera sono ritornati finalmente a casa Dino Pegoraro e la moglie Nerina Ferraro. Un viaggio aereo lunghissimo, 50 ore, ma nulla a confronto del periodo di forzato isolamento in terra messicana. La situazione si è sbloccata negli ultimi giorni quando ormai la coppia, e gli altri 346 connazionali rimasti bloccati, avevano perso ogni speranza o quasi. La scorsa settimana lo stesso Pegoraro ci aveva detto che prima del 18 giugno le possibilità di rientro erano ridotte al lumicino.

«Negli ultimi giorni – affermano gli interessati – anche a causa dell’intervento dei mass media nazionali la situazione si è sbloccata. Improvvisamente le nostre richieste d’aiuto, ovviamente non solo le nostre ma anche quelle degli europei che si trovavano nelle nostre stesse condizioni, sono state ascoltate e così siamo stati contattati dall’ufficio italiano di Air Canada che ci ha informati della possibilità di un volo per l’Europa. Non si è trattato di una cosa semplice anche perchè non era possibile fare scalo negli Stati Uniti pena un ulteriore e insopportabile periodo di isolamento».

Il 27 aprile è iniziato un lunghissimo scambio di mail che alla fine però ha dato i suoi frutti. «Domenica scorsa, il 3 maggio, abbiamo ricevuto una telefonata dalla responsabile di Air Canada Italia – continua Dino Pegoraro – per la conferma dei dati della carta di credito e nel giro di cinque minuti ci hanno inviato il piano di volo».

Rispetto alle cifre esorbitanti richieste nelle settimane scorse per voli semi privati, il costo è stato nella norma, 1.050 euro per ambedue i passeggeri. E così è iniziato il lungo volo con partenza da Città del Messico, scalo a Toronto in Canada e arrivo nella tanta agognata Europa nello scalo tedesco di Francoforte. Da qui poi l’ultima tratta fino a Milano: totale cinquanta ore di viaggio, poco più di due giorni.

«Devo dire – continua la testimonianza – che l’Ambasciata Canadese è stata di una disponibilità ed efficienza veramente superlativa inserendoci nel programma di protezione. Nella situazione difficile che stavamo vivendo c’è stato anche spazio per qualche momento di gustosa ilarità quando mi hanno telefonato chiedendoci se eravamo ancora in Messico. “Certo che siamo qui e vogliamo tornare a casa”. Tutto è andato per il verso giusto».

Molto diverso è il giudizio sul sistema Italia. Per quanto riguarda la Farnesina (il ministero degli Esteri, ndr) i coniugi commentano di non aver ricevuto alcun aiuto da parte dello Stato: «Abbiamo pagato tutto di tasca nostra. Noi siamo a casa ma ci sono altri italiani che non hanno ancora risolto il problema. A un certo punto mi è venuto da pensare quanto ha affermato Erri De Luca: “Gli anziani trattati come degli scarti”. Se fosse stato per il nostro ministero chissà quando saremmo tornati».

Ora i due coniugi, partiti dall’Italia il 7 gennaio per un lungo viaggio attraverso le Americhe sono a casa: «Finalmente siamo tornati, un incubo è finito, adesso vediamo di affrontare tutti i problemi legati all’epidemia. Comunque siamo a casa e questa è una sensazione meravigliosa».

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2 Commenti

1 Commento

  1. lucio porta variolo

    11 Maggio 2020 at 12:21

    Il governo era impegnato a far rientrare la terrorista islamica!!!!!

    • S MARCO

      12 Maggio 2020 at 10:55

      Consiglio ai due sventurati che la prossima volta si rivolgano a Farnesina Viaggi il tour operator piu esclusivo al mondo
      tutto gratis all inclusive conversione compresa con omaggio foto giggino e di giuseppi

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