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“Bisogna dare continuità ai percorsi d’istruzione dei detenuti”

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“Il ‘caso’ degli studenti del liceo artistico della Casa circondariale di Biella non si deve ripetere”. A parlare è la senatrice del Pd, Nicoletta Favero, che torna sul tema carceri puntando l’attenzione sui detenuti di massima sicurezza che hanno potuto frequentare per 3 anni il Liceo artistico con grandi risultati, per poi essere trasferiti e dover interrompere il percorso d’istruzione.

“Il ‘caso’ degli studenti del liceo artistico della Casa circondariale di Biella non si deve ripetere”.

A parlare è la senatrice del Pd, Nicoletta Favero, che torna sul tema carceri puntando l’attenzione sui detenuti di massima sicurezza che hanno potuto frequentare per 3 anni il Liceo artistico con grandi risultati, per poi essere trasferiti e dover interrompere il percorso d’istruzione.

“Per questo – sono le parole della Favero – chiedo un intervento specifico dei ministri della Giustizia Andrea Orlando e dell’istruzione, Stefania Giannini. Si deve dare continuità agli iter d’istruzione dei detenuti, che proprio nello studio trovano una ragione per ricominciare a vivere”.

“Nella sezione di massima sicurezza della Casa Circondariale di Biella – spiega – è stato attivato un Liceo Artistico, che ha visto arrivare fino alla conclusione del terzo anno un gruppo di detenuti, dei quali, tuttavia, è stato già deciso il trasferimento in altri istituti. I docenti di questa classe, la 3ª H, hanno scritto una lettera accorata che è stata pubblicata dai giornali, in cui sottolineano come il percorso educativo sia stato proficuo per il recupero umano e sociale di queste persone. Sappiamo che il trasferimento è stato disposto a causa della chiusura della sezione di massima sicurezza, perché ora nell’istituto si privilegia il circuito di custodia attenuato. Sarà difficile che gli studenti riescano a terminare il liceo artistico in altri istituti, ma è fondamentale che sia favorita comunque la prosecuzione degli studi. Io chiedo ai ministri di intervenire per evitare, se possibile, questo triste epilogo e comunque di lavorare perché non si ripetano casi analoghi”.

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