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Aspetta l’assegno d’accompagnamento per 18 mesi e muore nell’attesa
Il dolore e la frustrazione dei parenti: “Le famiglie che si trovano in questa condizione hanno bisogno di quel contributo subito, ogni mese, non dopo un anno”
La casa di riposo è troppo cara, la burocrazia è lenta e un’anziana donna muore mentre aspetta l’assegno di accompagnamento.
Aspetta l’assegno d’accompagnamento da un anno e mezzo. Muore nell’attesa
Una volta per trovare un posto in una casa di riposo bisognava essere raccomandati dal parroco, dal sindaco o dal sindacalista. E non sempre si riusciva visto che la domanda superava di gran lunga l’offerta. Oggi, le case di riposo sono in grande crisi e rischiano il fallimento.
Una volta, una parte del costo della retta era coperta dalla pensione dell’anziano e il pubblico integrava la somma fino alla copertura delle spese. Oggi non è più cosi e a fronte di rette da 2.500 euro a salire, moltissime famiglie non possono più permettersi tali esborsi, quindi tentano di far fronte all’impegno economico attraverso l’assegno di accompagnamento a cui si ha diritto una volta che la commissione medica ha certificato lo stato di necessità dell’anziano.
Tutto risolto, almeno parzialmente? Non sempre. Anzi. Una richiesta di visita medica inoltrata all’Inps di Biella il 25 febbraio 2023 è stata esaudita il 6 maggio 2024 ovvero quindici mesi più tardi. Tutto risolto? Assolutamente no. Il 3 agosto 2024, a tre mesi di distanza dalla visita e a 18 mesi dalla domanda, la risposta non era ancora arrivata. E nel frattempo, qualche giorno fa, l’anziana è definitivamente passata a migliore vita.
Il racconto dei familiari: “Per qualche tempo abbiamo sostenuto i costi della degenza in casa di riposo, poi non ce l’abbiamo più fatta”
«Le condizioni di salute di mia suocera – afferma la famigliare – erano notevolmente peggiorate tanto da richiedere cinque anni fa il ricovero in una casa di riposo-residence per anziani».
Un’esperienza durata diversi mesi ma che è stata interrotta per questioni puramente economiche: «Alla fine il costo mensile della degenza più i normali servizi quali taglio dei capelli e delle unghie, tanto per fare un esempio, è arrivato a circa 3.500 euro, una cifra che per qualche tempo abbiamo potuto sostenere ma poi non ce l’abbiamo più fatta».
Considerando che la pensione dell’anziana era “normale”, vale a dire circa 1.200-1.300 euro mensili, si trattava di un esborso di oltre duemila euro, impegno che moltissimi nuclei famigliari in Italia non possono certo permettersi.
Il lungo iter per ottenere l’assegno di accompagnamento da quasi 500 euro
«Così mio marito – continua la testimonianza – ha lasciato il lavoro per poter far fronte alla situazione e ha iniziato l’iter per ottenere l’assegno di accompagnamento del valore di circa 500 euro, l’unico aiuto economico che oggi una famiglia media può ottenere in quanto i bonus recentemente istituiti dalla Regione Piemonte sono riservati attraverso l’ISEE a famiglie a basso e bassissimo reddito».
Ricordiamo che per “assegno di accompagno” si intende un assegno integrativo alla pensione dell’anziano, di circa 470 euro mensili (indipendentemente dal reddito), quando questi presenti un deterioramento della propria vita fino a “non essere più in grado di compiere i gesti quotidiani” (lavarsi, vestirsi, cucinarsi, mangiare, andare in bagno, ecc.)”.
“Tempi lunghissimi e assolutamente inaccettabili”
Tutto risolto dunque? O per meglio dire parzialmente risolto almeno da un punto di vista economico? Niente di tutto questo.
«Attraverso il patronato – continua la testimonianza – abbiamo richiesto la visita esattamente il 25 febbraio 2023. L’attesa è stata tutt’altro che breve, per utilizzare un eufemismo, visto che la visita ha avuto effettivamente luogo solamente il 6 maggio 2024, ovvero quindici mesi dopo. Un tempo lunghissimo e assolutamente inaccettabile».
LEGGI ANCHE: C’è chi muore aspettando la pensione d’invalidità
Se la risposta della commissione sarà positiva, la famiglia avrà diritto agli arretrati. Ma nel frattempo l’anziana donna non c’è più
E questo punto, oltre il danno anche la beffa, tragica e dolorosissima beffa. In attesa della risposta che ancora non è arrivata nei giorni scorsi la donna è deceduta.
«Mi dicono che se la risposta della commissione sarà positiva – è l’amara conclusione – avremo diritto anche agli arretrati. Va bene tutto ma le famiglie, e sono tante, che si trovano in questi condizioni hanno bisogno del contributo economico ogni mese e non dopo un anno. Detto questo in un Paese che vuole definirsi civile e moderno certi obbrobri non possono accadere».
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bruno drago
7 Agosto 2024 at 12:42
inaccettabile indecorosa ed indecente
Walter
7 Agosto 2024 at 14:18
È uno schifo
le istituzioni quando devono pagare tirano lungo perché sperano nella morte delle persone.
Quando devi pagare qualcosa
come sono veloci a chiederli e a volerli
Orietta
7 Agosto 2024 at 16:18
vergognoso🤬🤬🤬🤬🤬🤬