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Angelico, il futuro di azienda e basket non è in pericolo

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Nessun allarmismo, nessuna ipotesi “tragica”. L’entusiasmo di questi giorni non deve essere intaccato. Il futuro di Pallacanestro Biella non è in dubbio. E neppure quello del Lanificio Angelico. Nelle ultime ore sono infatti emerse alcune indiscrezioni decisamente poco confortanti sul club rossoblù e sull’azienda. Indiscrezioni poi risultate infondate. Secondo tali voci, la famiglia Angelico avrebbe ormai abbracciato l’idea di farsi da parte a causa delle difficoltà dello storico lanificio di Ronco, main sponsor della prima squadra dall’estate 2005. Sono emersi alcuni numeri davvero “importanti”: si parla di  esposizione con le banche e di 2 milioni di perdite nel bilancio relativo all’anno 2015. Ma è lo stesso Massimo Angelico, presidente di Pallacanestro Biella, a fugare ogni dubbio e a spiegare come stanno le cose.
«L’azienda di famiglia – spiega l’imprenditore – non ha problemi. Si vive, come tutti,  tra alti e bassi la situazione generale del tessile, dovuta anche alla particolare congiuntura economica del mercato mondiale. Ma questo rientra tutto nell’ottica della normalità  L’esposizione con le banche rientra in rapporti normali.
«Il Lanificio Angelico – prosegue – ha un fatturato annuo di 50 milioni di euro e le banche vengono utilizzate, per così dire, di routine dalle aziende come la nostra. Per quanto riguarda invece il rosso nel bilancio 2015 è dovuto al fatto che il Lanificio Angelico aveva investito in azioni di Veneto Banca, azzerate dopo il crack dell’istituto. Adesso dovremo capire quando e in che percentuale avverrà il rimborso, che rappresenterà una plusvalenza. Una perdita non industriale comunque, ma straordinaria e infatti sotto questa voce è stata inserita nel bilancio. Che peraltro è pubblico. Il bilancio 2016 non è invece stato ancora pubblicato, però devo ammettere che non è affatto brutto. Anzi…».
Confermate invece le voci di un potenziale passo indietro per quanto concerne il main-sponsor, ma le motivazioni anche in questo caso sono ben chiare. «In questi anni la sponsorizzazione di Pallacanestro Biella ha creato un valore aggiunto al nostro marchio – ammette Massimo Angelico -, ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti e di farci conoscere nel retail. Abbiamo quindi raggiunto l’apice e l’idea di farsi da parte, non ancora ufficiale, è maturata semplicemente per aprire la porte a potenziali nuovi investitori, interessati a veicolare il proprio brand attraverso una società sportiva conosciuta in tutta Italia. Ma l’impegno della famiglia Angelico in Pallacanestro Biella non verrebbe ugualmente meno».
Ancora più diretto, da questo punto di vista, è Francesco Montoro, numero uno del Gruppo Eurotrend e vice-presidente della società sportiva. «Vogliamo vincere i play-off, che adesso sono la questione d’attualità, e salire in serie A – spiega -. Una volta centrata la promozione, la mia idea sarebbe quella di creare una sorta di azionariato popolare, tra i tifosi e le istituzioni. E’ una provocazione, ma le persone di questo club hanno dimostrato di essere capaci, di saper fare. Adesso c’è bisogno di risposte da parte del territorio. Basta belle parole e pacche sulle spalle. Vogliamo aiuti concreti».
Andrea Rossetti

Nessun allarmismo, nessuna ipotesi “tragica”. L’entusiasmo di questi giorni non deve essere intaccato. Il futuro di Pallacanestro Biella non è in dubbio. E neppure quello del Lanificio Angelico. Nelle ultime ore sono infatti emerse alcune indiscrezioni decisamente poco confortanti sul club rossoblù e sull’azienda. Indiscrezioni poi risultate infondate. Secondo tali voci, la famiglia Angelico avrebbe ormai abbracciato l’idea di farsi da parte a causa delle difficoltà dello storico lanificio di Ronco, main sponsor della prima squadra dall’estate 2005. Sono emersi alcuni numeri davvero “importanti”: si parla di  esposizione con le banche e di 2 milioni di perdite nel bilancio relativo all’anno 2015. Ma è lo stesso Massimo Angelico, presidente di Pallacanestro Biella, a fugare ogni dubbio e a spiegare come stanno le cose.
«L’azienda di famiglia – spiega l’imprenditore – non ha problemi. Si vive, come tutti,  tra alti e bassi la situazione generale del tessile, dovuta anche alla particolare congiuntura economica del mercato mondiale. Ma questo rientra tutto nell’ottica della normalità  L’esposizione con le banche rientra in rapporti normali.
«Il Lanificio Angelico – prosegue – ha un fatturato annuo di 50 milioni di euro e le banche vengono utilizzate, per così dire, di routine dalle aziende come la nostra. Per quanto riguarda invece il rosso nel bilancio 2015 è dovuto al fatto che il Lanificio Angelico aveva investito in azioni di Veneto Banca, azzerate dopo il crack dell’istituto. Adesso dovremo capire quando e in che percentuale avverrà il rimborso, che rappresenterà una plusvalenza. Una perdita non industriale comunque, ma straordinaria e infatti sotto questa voce è stata inserita nel bilancio. Che peraltro è pubblico. Il bilancio 2016 non è invece stato ancora pubblicato, però devo ammettere che non è affatto brutto. Anzi…».
Confermate invece le voci di un potenziale passo indietro per quanto concerne il main-sponsor, ma le motivazioni anche in questo caso sono ben chiare. «In questi anni la sponsorizzazione di Pallacanestro Biella ha creato un valore aggiunto al nostro marchio – ammette Massimo Angelico -, ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti e di farci conoscere nel retail. Abbiamo quindi raggiunto l’apice e l’idea di farsi da parte, non ancora ufficiale, è maturata semplicemente per aprire la porte a potenziali nuovi investitori, interessati a veicolare il proprio brand attraverso una società sportiva conosciuta in tutta Italia. Ma l’impegno della famiglia Angelico in Pallacanestro Biella non verrebbe ugualmente meno».
Ancora più diretto, da questo punto di vista, è Francesco Montoro, numero uno del Gruppo Eurotrend e vice-presidente della società sportiva. «Vogliamo vincere i play-off, che adesso sono la questione d’attualità, e salire in serie A – spiega -. Una volta centrata la promozione, la mia idea sarebbe quella di creare una sorta di azionariato popolare, tra i tifosi e le istituzioni. E’ una provocazione, ma le persone di questo club hanno dimostrato di essere capaci, di saper fare. Adesso c’è bisogno di risposte da parte del territorio. Basta belle parole e pacche sulle spalle. Vogliamo aiuti concreti».
Andrea Rossetti

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