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A Salussola è grande l’allarme cinghiali

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Prosegue la battaglia nel basso biellese contro ai danneggiamenti dei campi. Oggetto della discordia sono i cinghiali che continuano a girare quasi indisturbati per i prati e boschi  che circondano Salussola, creando danni alle coltivazioni e non solo.

Prosegue la battaglia nel basso biellese contro i danneggiamenti dei campi. Oggetto della discordia sono i cinghiali che continuano a girare quasi indisturbati per i prati e boschi che circondano Salussola, creando danni alle coltivazioni e non solo.

A sollevare una voce di protesta in questo caso è Massimo Zaniboni, consigliere del direttivo dell’Aeroclub di Biella: «Noi da oramai qualche anno, come associazione possediamo un campo di volo riservato agli aeromodellisti che si trova a Salussola esattamente in strada Mulino dei Banditi. La pista è completamente stata asfaltata, il problema sono i restanti 20 mila metri di terreno che la circondano. Grazie ai cinghiali, noi ci troviamo quotidianamente a fare i conti con buche e terreno dissestato. Malgrado tutto cerchiamo nel limite del possibile di tenere l’erba rasata, ma non è cosa semplice, le zeppe provocate dai porcastri selvatici sono enormi. Ora abbiamo trovato un sistema che in un certo qual modo ci da un pò di respiro, con una trancia rompiamo le zeppe, poi con l’ausilio di un trattorino le appianiamo, ma oramai il terreno è pieno di microfori».

Zaniboni, lamenta il fatto di una totale assenza da parte della  Provincia: «Il funzionario provinciale ci ha risposto che purtroppo attualmente non ci sono i mezzi per porre fine a questo grave problema, che tra le altre cose non coinvolge soltanto noi come associazione. Nel piano provinciale di abbattimento, risulta che lo scorso anno, i cinghiali abbattuti durante l’attività di contenimento sono circa una ventina, mentre invece quelli uccisi come attività venatoria sono quattrocento. A questo punto, mi viene da pensare che questi maiali selvatici vengono abbattuti in prevalenza durante le battute di caccia, in sostanza per divertimento – conclude Zaniboni -, ma non come prevede la legge nel contesto preventivo di contenimento».

Mauro Pollotti

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