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Piazza Duomo, il dado è già tratto – VERSIONE INTEGRALE

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In politica parlare di partecipazione è sempre un rischio, perché se è una parola che, molte volte, è utile per vincere le competizioni elettorali, poi, alla prova del governo, diventa un tema che si derubrica all’infinito o, peggio, viene storpiata fino a divenire irriconoscibile. In genere, il tema della partecipazione lo utilizza la sinistra, quasi mai riuscendo a tradurlo in azioni concrete. E l’aneddotica potrebbe essere infinita. Proprio in nome della partecipazione, la settimana prossima (o quella dopo ancora) i cittadini e le cittadine di Biella dovrebbero essere chiamati a decidere insieme all’Amministrazione Cavicchioli in merito al – contestato e costosissimo – progetto di rifacimento di Piazza Duomo. Ciò, nonostante la scelta paia già ampiamente presa. Però, come avveniva con Gianluca Susta, si convocherà un’Assemblea, per rafforzare una scelta già assunta. Nel merito, chi scrive è stato l’unico consigliere comunale che – nella passata legislatura – si è opposto a tutte le delibere sul progetto, compresa quella che sanciva l’utilizzo pubblico della piazza, con convenzione stipulata tra il Capitolo di Santo Stefano (la Curia, proprietaria della piazza) e il Comune, cioè noi. Ritenevo, infatti, che nessun intervento andasse fatto dal pubblico su quella piazza.

Fino a quando fosse persistita – come persiste – la proprietà ecclesiale, e avevo proposto che quelle risorse (per lo più non comunali) fossero dirottate su altri progetti. Mi diedero, come al solito, dell’”estremista”, salvo poi trovarmi a leggere, durante la campagna elettorale, le proposte più svariate (e irrealizzabili) sull’utilizzo di quei medesimi danari. Ma questo appartiene al passato. Anche se il futuro sembra essere proprio quello scritto dalla Giunta Gentile. Perché? Perché – leggiamo dalle dichiarazioni di autorevoli Assessori in questi giorni – i tempi tecnici per variare il progetto non ci sono più, e l’unica alternativa sarebbe rinunciare a una fetta cospicua dei finanziamenti. A parte che, trattandosi di soldi pubblici, se non dovessero essere spesi da noi, sarebbero investiti comunque – magari a Novara o a Cuneo – in opere pubbliche per la collettività.

Mi domando però se, davvero, non ci siano stati i tempi tecnici per immaginarsi un progetto alternativo (e meno costoso) a partire dal 19 giugno, giorno in cui si è insediato il nuovo Esecutivo targato PD. C’erano altre urgenze? La Tari, mi dirà qualcuno. Forse. Anche se poi non mi risulta che tale questione abbia ancora avuto una soluzione definitiva. Allora i conti da mettere a posto? No, a detta dell’Assessore competente. Possibile che fosse così difficile andare a Torino e parlare con la Regione e la Sovrintendenza, per capire tempi e modi per modificare il progetto? Siamo sicuri che – essendoci di mezzo il potere di certi burocrati regionali – il battere con decisione i pugni sul tavolo non potesse essere uno dei modi per darci il tempo necessario per modificare il progetto, ed evitare di spendere, su una piazza non nostra, oltre due milioni di euro? Queste sono solo alcune delle obiezioni – preventive – che faccio all’assemblea “partecipativa” che l’Amministrazione Cavicchioli si appresta a fare tra pochi giorni. Chiederei, inoltre, di evitarci, per fronteggiare le possibili critiche della platea, la  “Presite”: quella strategia che metteva in campo Gianluca Susta per sfinire l’uditorio, attraverso un “conciso” intervento del sempre Vice Sindaco Diego Presa, che partendo dai Vittimuli, ripercorreva la storia urbanistica biellese. Se questa Giunta riterrà di svolgere questa Assemblea, chiarisca subito che non è in discussione la scelta ma, solamente, il motivo della stessa. Che le critiche saranno legittime, ma inutili, perché ormai il “dado è stato tratto”. E che la partecipazione è una bella parola – durante le elezioni –, ma poi ci tocca governare e, nel caso, ne riparleremo tra cinque anni.

Roberto Pietrobon


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