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Al distributore compare addirittura il “listino prezzi” delle lucciole. Il gestore: «Ormai siamo esasperati»

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Al distributore compare addirittura il “listino prezzi” delle lucciole

Il gestore: «Ormai siamo esasperati»

Il listino prezzi affisso alla colonnina self service del distributore non si riferiva al costo del carburante, ma a quello di un altro tipo di prestazioni. Sessuali.
Il “tariffario” trovato alcuni giorni fa dal gestore della Esso della strada Trossi è soltanto l’ultima novità, in una vicenda che va avanti ormai da anni.
Al calare del sole, infatti, la stazione di servizio spesso diventa rifugio di alcune ragazze dedite alla prostituzione.
«Siamo lì da sei anni e, in minima parte, il fenomeno c’è sempre stato – spiega Simone Ugazio, gestore dell’impianto -, ma negli ultimi due o tre anni la situazione è peggiorata. La presenza di queste ragazze è aumentata, mentre contemporaneamente diminuivano gli incassi del self service notturno. Un calo che non ci manda in fallimento, ma è comunque un danno».
Ugazio infatti è esasperato non tanto per la presenza in sé delle giovani donne, quanto perché inevitabilmente essa influisce sulle vendite.
«Non ho niente contro queste ragazze – sottolinea -, so che sono delle vittime, povere e sfruttate. Però il problema resta: se ci sono loro, molti automobilisti non si fermano a fare rifornimento, perché temono di essere infastiditi o fraintesi da altre persone di passaggio. Biella è una città piccola. Per noi è un danno non indifferente».
Il “listino prezzi” delle lucciole – rimosso la mattina seguente dal titolare – come detto è solo l’ultimo atto di una storia che va avanti da anni e che, oltre ad avere ripercussioni sugli incassi, costringe Ugazio a eseguire pulizie straordinarie ogni giorno, per rimuovere i “segni” del passaggio notturno degli uomini che pagano per fare sesso: fazzoletti e preservativi in primis.
«Spesso – aggiunge a questo proposito Ugazio – vanno dietro al distributore a consumare l’atto. A terra troviamo di tutto. Lì vicino abbiamo un magazzino e quell’area in parte è già stata chiusa, ma non posso mica fare un campo minato per evitare che vadano ad appartarsi. A un certo punto ho pensato che questi uomini meriterebbero di vedere le loro foto su una bacheca: avendo le telecamere non sarebbe difficile fare una cosa del genere, ma ovviamente non posso, perché poi “arresterebbero” me».
Ugazio in passato ha anche provato a “scendere a patti” con le ragazze: «Una sera erano addirittura in sei – racconta -, quindi ho provato a parlare con quella che sembrava essere il “capo”. Ho chiesto loro di spostarsi almeno nel parcheggio. E alla fine ero io che rompevo le scatole a loro».
Il benzinaio sa perfettamente che queste situazioni non sono di facile risoluzione: «Non voglio fare polemiche con nessuno, ma è giusto sensibilizzare e far sapere cosa succede qui. Anche perché non di rado attraversano la Trossi da una parte all’altra, è pericoloso per loro e per gli automobilisti. Spero che in qualche modo si possano trovare delle vie d’uscita».

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