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L’alfabeto del calcio internazionale: A… come Amicizia

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BIELLA – Centinaia di partite, migliaia di reti, spalti gremiti, famiglie festanti! Ragazzini felici inseguendo un gol e soprattutto ancora senza pressioni. O quasi! Già perché il gotha del calcio senza Frontiere, categoria Giovanissimi, era un habitué del gioiello tutto Made in Biella.

Non era una Pasqua qualsiasi quella ai piedi del Mucrone, era semplicemente la festa del Torneo Internazionale dell’Amicizia! Una Pasqua tinta di gialloblù Libertàs. Sin dai primi vagiti s’intuì che non potesse essere un torneo dei tanti organizzati su vasta scala. Ben presto, bastò attendere la seconda edizione, bussarono al “Pozzo ancora Lamarmora e basta”, i primi top-team Continentali: Real Madrid, Bayern Monaco, Milan!!! Insomma quattordicenni in rampa di lancio e squadre abituate a scenari illustri. Proprio la vetrina allestita con cura dal club cittadino, capace di sfornare, nel corso dei decenni, migliaia di calciatori, accompagnandoli in ogni fase del loro percorso sportivo e umano. Dai primi calci alle scelte di vita che iniziano ad affacciarsi nel post adolescenza.

Insomma la Libertas Biella era una Mamma impeccabile, amorevole e coscenziosa, ma soprattutto fedele allo spirito e alla filosofia dello sport. Non ci sono slogan che tengano, c’è solo l’essenza di un lavoro impagabile e gratificante al tempo stesso. Un impegno fatto di volontariato, ma al tempo stesso farcito di professionisti seri e affidabili, di maestri illuminati in un mondo non semplice come quello del calcio. E così, tra figure a vasto respiro (dirigenti, allenatori, volontari), spunta lo sguardo, fiero e orgoglioso del “papà” di tutto questo essere: Eugenio Zamperone! Il Dottor Zamperone! Il Presidente Zamperone! Ma i titoli non sono tutto, il diretto interessato è l’esempio vivente che si può fare bene mantenendo quel profilo basso che rispecchia in pieno lo stile della “ei fu” Libertas. Più che nel ruolo, il buon Eugenio fu fratello maggiore di quei bimbi, ora uomini, animati dal desiderio di tirare calci ad un pallone. “Uno su mille ce la fa” non è solo una canzone è la colonna sonora della vita, e il calcio ne è un esempio.

Ce la fece (eccome se ce la fece!) un certo Andrea Zanchetta! E gli altri 999?!? Anche loro ebbero un futuro: divennero professionisti nella vita! Divennero Uomini! Seppero affrontare ogni fase del percorso umano: infanzia, scuola, lavoro, famiglia. Ebbero a loro volta figli, molti dei quali ripercorsero le orme dei padri, colorandosi di gialloblù in allenamento, in partita e nei tornei. E chi approdò nei Giovanissimi poté vivere in prima persona la favola del Torneo Internazionale dell’Amicizia! Perché di favola ormai si tratta. Una favola da tramandare alle generazioni future, non prima di coinvolgere nell’emozione dei ricordi chi quella favola l’ha vissuta da protagonista.

Eugenio Zamperone è l’interlocutore principe di un sogno diventato realtà. È lui il depositario della bacchetta magica, strumento con pieni poteri per rispolverare nomi, aneddoti e curiosità vastamente assortite. È lui il paroliere delle dichiarazioni che seguono nelle righe sottostanti in un tourbillon di sentimenti da Libro Cuore!

UN DECENNALE AGRODOLCE

I ricordi non bastano a togliere del tutto quel velo di tristezza lungo due lustri: “Sono ormai passati 10 anni da quell’ultima Pasqua contrassegnata dal Torneo Internazionale dell’amicizia di calcio giovanile, organizzato dalla gloriosa Libertas. Creature, la Società ed il Torneo, di Nino Cortese. L’avventura cominciò con lui, il fondatore, nel 1983 e fu proseguita fino al 2010 da quanti ne raccolsero il testimone”.

NOMI E COGNOMI

È stata, va subito detto, una passerella per molti giovani atleti ed allenatori che sarebbero diventati famosi: “Fra tutti, Gianpiero Gasperini, vincitore con i ragazzi della Juve nel 1996, casualmente l’ultimo anno in cui la Juventus si aggiudicò la Coppa dei Campioni. Ma accanto alle migliaia di giocatori che calcarono il prato del Pozzo Lamarmora, e poi anche dell’Abate di Cossato, è bello dar memoria di volti che divennero un po’ l’emblema di uno straordinario e, come si è poi visto, irripetibile gruppo di amici.

Da Gilberto Maffeo, lo stratega dell’organizzazione, in movimento già da settembre, a Giovanni Ogliaro, l’animatore dei più piccoli, i suoi Pulcini. Per passare attraverso Gianni Maffè, il segretario per antonomasia, tanto impegnato nel suo lavoro da prendere un infarto senza accorgersene. E poi ancora Ezio Pedrale, come dire la comunicazione prima dei social, Pier Angelo Monetta, rigoroso gestore dei trasporti, Antonio Daddario, il custode inflessibile dei conti, Claudia Ronco, la voce del Torneo, speaker inappuntabile. Passando per Giacomo Lucchini, in regia per la logistica, ed Enzo Francisetti, trafelato stakanovista in servizio permanente per tre giorni consecutivi. Ed ancora molti altri, cui faccio il torto di non riuscire a nominarli tutti”.

A COME… AMICIZIA!

Una grande famiglia: “Lascio ai tecnici l’arduo compito di dare, seppure a distanza, un giudizio sul valore sportivo della manifestazione. Nel mio personale amarcord resta una galleria di persone vere, capaci di dar vita, tra un sorriso ed un broncio, alla creatura Torneo dell’Amicizia, proprio perché tra loro amici”. Amici con la A maiuscola!

28 EDIZIONI…

A scrivere ora non è Eugenio Zamperone. A scrivere è la penna di un pazzo innamorato di sport come il sottoscritto, che cercherà di condensare la chiosa finale nel minor numero di righe possibili.

Statisticamente il Torneo Internazionale dell’Amicizia mette in fila 28 edizioni, tutte celebrate da un sontuoso Albo d’oro, oggi più che mai sotto gli occhi di tutti. Ipotizzo, anzi ne sono certo, che più di un pensierino ha fatto capolino nella mente di chi ha amato, ama e amerà l’Amicizia. La sintesi del ragionamento in una domanda: quanto dista il Trentennale? Risposta: due (2!!) edizioni. Due!! Ri-provarci è una Pazza Idea?!? Sentimento o utopia?!? Per il momento lasciamoci cullare dal sogno: bello e (im)possibile!

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