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Unioni civili e incivili

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Centotrentanove emendamenti, in buona parte per fare mero ostruzionismo all’approvazione del registro delle unioni civili. Centotrentanove emendamenti presentati da cinque gruppi consiliari di minoranza (in media quasi quattordici emendamenti a consigliere).

Riceviamo e pubblichiamo:

Centotrentanove emendamenti, in buona parte per fare mero ostruzionismo all’approvazione del registro delle unioni civili. Centotrentanove emendamenti presentati da cinque gruppi consiliari di minoranza (in media quasi quattordici emendamenti a consigliere).

Nel lungo dibattito gli oppositori hanno più volte sostenuto con disprezzo che questo atto è il fulcro del programma di centrosinistra. Centotrentanove emendamenti dimostrano senza ombra di dubbio che l’opposizione ha messo in campo molte (troppe) energie per un argomento a loro dire superfluo. Centotrentanove emendamenti che raggiungono lo scopo: la delibera viene ritirata e torna in commissione.

Viene posto il veto alle coppie omosessuali, quindi partendo dal presupposto che anche le unioni civili, come i matrimoni, debbano essere “consumate”. Se ciò non si verificasse, l’unione civile sarebbe annullabile (come accade per i matrimoni)?

Buono a sapersi. Se ad esempio un paio di amici (o due amiche) uniti da profonda amicizia e stima decidessero di intraprendere questo percorso di vita insieme nella reciproca fiducia e assistenza, magari uniti dalla passione per i viaggi e, perché no, per le belle ragazze (o per i ragazzi nel caso delle amiche), dovranno esibire il certificato medico che ne comprovi l’eterosessualità? Oppure saranno esaminati da una Commissione appositamente costituita?

Ci si domanda come il registro delle unioni civili possa minare la cosiddetta famiglia tradizionale.

Lo scopo del registro è semplicemente quello di dare un’alternativa a chi lo desidera, non certo mettere a repentaglio l’esistenza delle famiglie fondate sul matrimonio.

Il registro delle unioni civili non esclude la possibilità di celebrare matrimoni tradizionali per le coppie che lo desiderano, quindi non è contro la famiglia cosiddetta tradizionale.

Non si allarmino perciò i detrattori delle unioni civili.

La Costituzione riconosce la famiglia fondata sul matrimonio, benissimo, ma non proibisce di riconoscere altri stati giuridici. 

I sostenitori della famiglia tradizionale potrebbero investire meglio le proprie energie per illustrare ai giovani l’etica e la moralità di un matrimonio tradizionale, sarebbe il modo migliore per tutelare e incoraggiare i matrimoni.

Inoltre vi sono molte famiglie “regolari” solo di facciata, ma in realtà di dubbia moralità. Sono sempre più frequenti i casi di violenza fisica sulle mogli (poco denunciati) o di violenza psicologica sui mariti (mai denunciati). Non sarebbe male istituire anche un registro ad hoc per le unioni incivili.

Forse sarebbe il caso di ricordare ai coniugi quali sono i reciproci diritti e doveri, soprattutto in presenza di figli minori.

Le associazioni e i movimenti che sostengono le famiglie come entità fondate esclusivamente sul matrimonio non possono ignorare che, spesso, la minaccia alla famiglia, viene dall’interno della stessa, e non dall’esterno.

Resta ancora un punto da chiarire: per i veri conservatori è più tradizionale il matrimonio religioso o quello con rito civile?

Paolo Marchiori

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