Senza categoria
Un convegno regionale sul tumore della prostata
Specialisti urologi e medici si confronteranno sabato 5 aprile sulle ultime novità in campo diagnostico. Ogni anno, all’ospedale “Degli Infermi” si registrano tra i 50 e i 60 nuovi casi di tumore prostatico.
Sabato 5 aprile la Sala Convegni Biverbanca di Biella, in via Carso, accoglierà il convegno regionale, ad ingresso gratuito, dal titolo “Attualità diagnostiche in tema di patologia neoplastica della prostata”, promosso dalla Struttura Complessa Urologia e dalla Struttura Formazione e Comunicazione dell’ASL BI.
La giornata, che inizierà alle 8.30 e che si concluderà intorno alle 17, si rivolge a medici specialisti in Urologia, medici e Medici di Medicina Generale, proponendosi di fare il punto sull’effettiva efficacia dei biomarcatori nella diagnosi del tumore della prostata.
Il carcinoma della prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile, dopo il tumore del colon retto e del polmone; rappresenta circa il 22,5% di tutti i tumori diagnosticati negli uomini. Nel 2011, ci sono stati circa 42mila nuovi casi in Italia (fonte AIOM).
Ogni anno, la Struttura Urologia dell’Ospedale degli Infermi, diretta da Mauro Silvani, effettua 50-60 nuove diagnosi di tumore prostatico, che in parte vengono trattati per via chirurgica ed in parte vengono sorvegliati nel tempo. Lle biopsie della prostata presso l’ASL BI sono, ogni anno, oltre 200: 250 nel 2011, 200 nel 2012 e 215 nel 2013. Di queste, circa il 30% risultano positive (tra i 50 e i 60 casi all’anno, appunto), percentuale in linea con i parametri regionali.
L’introduzione dell’esame del PSA, come marcatore per la diagnosi precoce del tumore prostatico, rappresenta ad oggi un indicatore utile, in quanto costituisce un campanello d’allarme circa la presenza di un’alterazione della ghiandola prostatica.
«Durante l’incontro di sabato – spiega Silvani, responsabile scientifico del convegno – emergerà quanto le società scientifiche siano divise e quanto non esista un’uniformità di vedute sull’importanza del PSA nella diagnosi precoce della patologia neoplastica prostatica. L’esame del PSA è di fatto, un’indagine che va interpretata alla luce di altri aspetti, quali la storia clinica del paziente, la sintomatologia riferita, l’esplorazione rettale, le eventuali terapie in atto. Oggi sono disponibili nuovi marcatori tumorali quali 2proPSA, PCa3 e indicatori come il PHI che aprono futuri scenari diagnostici. Queste indagini hanno il fine di ridurre il numero delle biopsie effettuate, considerando che ad oggi i 2/3 danno esito negativo e che si tratta di un esame imbarazzante, nonché fastidioso per l’uomo».
Il filone della ricerca è oggi decisamente orientato verso lo studio dei biomarcatori, anche perché attualmente non è possibile disporre di informazioni che permettano di stabilire quali tumori della prostata evolveranno sul piano clinico e quali rimarranno silenti. Quando la ricerca consentirà di disporre di un esame in grado di fornire questo tipo di informazione, sarà possibile capire quali tumori operare e quali non operare, considerando che l’intervento di prostatectomia radicale, effettuato sia in modo tradizionale, in laparoscopia, sia per mezzo della robotica, ha delle conseguenze sulla continenza urinaria e sull’attività sessuale.
I relatori del convegno, in parte dell’ASL BI ed in buona parte provenienti da realtà ospedaliere ed universitarie regionali e nazionali, affronteranno anche gli aspetti relativi alle innovazioni nell’ambito della diagnostica strumentale, quale la tecnica “fusion imaging” per l’esecuzione della biopsia prostatica: «Si tratta di una straordinaria rivoluzione diagnostica, che riduce l’invasività della metodica, eseguendo un numero esiguo di prelievi che vengono condotti con assoluta precisione ed unicamente nelle zone sospette per tumore -continua Silvani-. Ciò avviene grazie alla possibilità di trasferire le immagini della Risonanza magnetica alla sonda ecografica trans-rettale con uno speciale programma informatico (software)».
Al momento, la metodica è presente solo in pochi centri italiani, ma nei prossimi anni potrebbe diffondersi notevolmente, specie per quei pazienti in cui il PSA continua a elevarsi pur con biopsie negative.
In sede di convegno saranno affrontati anche altri argomenti tra cui il discusso tema della scelta chirurgica nei tumori prostatici in fase localmente avanzata, il tema della sorveglianza attiva e cioè del controllo nel tempo della patologia attraverso indagini strumentali, e il tema della “vigile attesa”, attività che non prevede alcun tipo di terapia in pazienti estremamente selezionati, se non controlli del PSA e visite periodiche.
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook