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La solitudine è più amara d’estate

Ci sono ricordi di interminabili code sotto il sole guardandoci negli occhi, di temporali presi in faccia come schiaffi su lunghe autostrade che portano al mare, di mattine umide e valigie caricate guardando le finestre chiuse di casa quasi con un po’ di magone…
Ci sono giorni di pioggia che non lasciano sul corpo il calore del sole ma nell’anima il colore di un tempo lontano, di un ricordo che rincorre un bambino sulla spiaggia, un aquilone, una palla, inciampando qua e la tra i castelli di sabbia nati e distrutti accanto al mare da centinaia di anni.
Ci sono ricordi di interminabili code sotto il sole guardandoci negli occhi, di temporali presi in faccia come schiaffi su lunghe autostrade che portano al mare, di mattine umide e valigie caricate guardando le finestre chiuse di casa quasi con un po’ di magone…
L’estate, e già l’estate, la stagione ideale per innamorarsi, per quelle passeggiate nel buio dei campi, con due mani appena vicine e appena lontane, quel tanto da non sfiorarsi, quel tanto da far toccare i pensieri, l’odore dell’erba tagliata, il fruscio della brezza notturna tra le cime di alberi che hanno visto giorni di sole e giorni di lacrime, giorni di pace e giorni di guerra, lucciole e grilli.
L’estate ha il sapore del sale come cantava Gino Paoli, il gusto di un semplice gioco in cortile, quell’anarchica idea di guardarti affacciata dalla finestra in vestaglia alle nove di sera, sapendo che tra pochi mesi sarà buio e farà freddo.
Nei giorni d’estate la solitudine ha più luce per vedere le sue ombre riflesse tra le persone felici, il cuore ha la possibilità di saper guardare oltre l’idea di una vacanza e ritrovarsi di colpo, discreto, estraneo e amico in una stanza… dove un anziano respira lentamente con gli occhi chiusi e chiama il nome della sua mamma con la stessa forza di un temporale immenso lontano decine di chilometri, in una stanza dove un corpo dilaniato dal male non ha nemmeno più la forza di ricordare che c’è stata non una ma tante estate felici sconosciute ad un destino già scritto, in una stanza dove un bambino gioca immaginando il mare che non vedrà e sentirà raccontare dai compagni di classe nei primi temi d’autunno
L’estate, e già l’estate, giocate bambini, innamoratevi adulti, camminate lungo i confini del mare se potete, sui sentieri che portano al cielo se andrete sui monti… ma non dimenticate mai che l’estate, ogni estate non torna più, e per qualcuno non c’è ne sarà un’altra… pensateci affinché ogni attimo di gioia vi aiuti a non rinnegare la vita quando ci saranno i momenti difficili, a regalarne qualcuno a chi già vive nei ricordi.
Alberto Scicolone
La rubrica di Alberto Scicolone viene pubblicata ogni mercoledì sulla Nuova Provincia di Biella
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