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Il challenge? Ora potrebbe arrivare anche nel gioco del calcio

Il “challenge” è lo strumento con cui le squadre in campo possono chiedere all’arbitro di rivedere le sue decisioni. Dibattito in Italia

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Il challenge? Ora potrebbe arrivare anche nel gioco del calcio

Il “challenge” o “sfida” è lo strumento con cui le squadre in campo possono chiedere all’arbitro di rivedere le sue decisioni. Si tratta di una novità senza precedenti che, in Italia, ha già sollevato un incessante dibattito da parte di chi è favorevole e di chi è assolutamente contrario.

Oggi cercheremo di capire di cosa si tratta, quali novità potrebbe implicare durante il gioco e, soprattutto, le ragioni che hanno condotto i decision maker del board della IFAB a voler introdurre una novità così importante.

Come si può leggere nell’intervista fatta da ExpressVPN a Gianpaolo Calvarese sulla tecnologia del VAR, il punto di vista di chi prende decisioni in campo è assolutamente favorevole ma con delle riserve. Il lavoro dell’arbitro, infatti, è stato favorito proprio dalla possibilità di rivedere ciò che è accaduto in campo ma… cosa succederebbe se a voler discutere l’operato fossero le stesse squadre che disputano il match?

In realtà, come vedremo, il challenge esiste già e opera con successo in altri sport, tipo basket e cricket per citare i più famosi. Ciò che bisogna chiarire, sin da subito, è che la possibilità di rivedere una decisione riguarda solamente casistiche particolari e, quindi, non può essere invocata per fare “pressioni” sulla partita. Anzi, tutto il contrario.

Il challenge nel calcio: prospettiva di innovazione o eccessiva interruzione?

Dopo l’introduzione del VAR nel calcio, la tecnologia ha dimostrato di essere un valido alleato per gli arbitri, contribuendo a rendere il gioco più trasparente e a ridurre gli errori decisionali. Ora, nel costante percorso di evoluzione del mondo calcistico, si parla sempre più spesso di introdurre il “challenge” come ulteriore elemento di revisione delle decisioni arbitrali.

Come ben sappiamo, il VAR ha la sua specifica casistica d’intervento: assegnazione di gol, assegnazione di calcio di rigore, espulsione diretta, ed errore di identità. Ma il concetto di challenge potrebbe portare una nuova dinamica al campo, consentendo alle squadre di richiedere la revisione delle decisioni arbitrali durante una partita.

Questa innovazione, già presente in altri sport come il tennis e il football americano, potrebbe rappresentare un passo avanti nel rendere il calcio ancora più equo e trasparente. L’idea è semplice: una squadra, in determinate situazioni, potrebbe richiedere la revisione di una decisione, dando così un’opportunità in più di correggere eventuali errori evidenti.

Come si potrà gestire una tale possibilità in un campionato rinomatamente avvezzo alle contestazioni? La questione è tutta nell’approccio che, anche nel caso del challenge, non ha nulla a che fare con la limitazione delle autonomie degli arbitri.

Non è questione di poteri ma di trasparenza

Le tecnologie relative al VAR e a ciò che rappresenta sono nate per sollevare l’arbitro dal rischio di sbagliare. Egli rimane padrone del suo giudizio che, ricordiamo, è insindacabile e che verrà eventualmente rimesso al controllo dell’AIA in casi controversi o problematici. Per le stesse ragioni il challenge non va interpretato come qualcosa che possa pregiudicare il lavoro arbitrale ma come il migliore dei modi per garantire decisioni trasparenti.

Uno degli aspetti affascinanti del calcio è la sua fluidità, eccessive pause potrebbero compromettere il ritmo della partita e annoiare i tifosi. Gianpaolo Calvarese, ex arbitro, ha condiviso la sua opinione sull’argomento sottolineando come il challenge potrebbe essere un passo avanti verso la giustizia nel gioco; in aggiunta, avverte, è fondamentale trovare un equilibrio per evitare che diventi una fonte di inutili interruzioni.

Il dibattito sul challenge nel calcio è aperto, e molte federazioni e leghe stanno valutando attentamente l’opportunità di introdurre questa innovazione. Alcuni sostengono che potrebbe rendere il gioco più giusto e contestuale, mentre altri temono che possa compromettere l’essenza stessa del calcio.

In ogni caso, il calcio sta vivendo una fase di costante evoluzione, in cui la tecnologia continua a giocare un ruolo chiave. L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra la tradizione del gioco e le nuove possibilità offerte dalle innovazioni tecnologiche.

È evidente che il calcio del futuro potrebbe presentare ulteriori cambiamenti, e il challenge potrebbe essere uno di questi. Resta da vedere come questa proposta verrà accolta dai vari attori del mondo calcistico e se riuscirà a migliorare ulteriormente l’esperienza di gioco per giocatori e tifosi.

Una cosa è certa: il calcio sta vivendo un’era di trasformazione, e il challenge potrebbe essere la prossima tappa di questo emozionante viaggio nel mondo dello sport più amato al mondo.

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