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Economia

Export biellese in crescita del 3%

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Cresce l’export biellese: aumentano le vendite all’estero di abbigliamento, filati e prodotti agricoli. A dirlo è la Camera di commercio di Biella, secondo i cui dati l’incremento percentuale sarebbe del 2,9. Nel 2013, il valore delle esportazioni biellesi ha raggiunto la quota di 1,5 miliardi di euro, registrando un aumento pari al 2,9% rispetto ai dodici mesi del 2012.

Cresce l’export biellese: aumentano le vendite all’estero di abbigliamento, filati e prodotti agricoli. A dirlo è la Camera di commercio di Biella, secondo i cui dati l’incremento percentuale sarebbe del 2,9.

Nel 2013, il valore delle esportazioni biellesi ha raggiunto la quota di 1,5 miliardi di euro, registrando un aumento pari al 2,9% rispetto ai dodici mesi del 2012. Valutando le singole variazioni trimestrali, si osserva come la dinamicità delle vendite provinciali all’estero si sia progressivamente incrementata nel corso dell’anno: alla variazione del -1,1% registrata nel I trimestre dell’anno scorso sono, infatti, seguite quelle del +0,2% e +7,4% del II e III trimestre. Nel periodo ottobre-dicembre 2013 l’incremento del valore delle merci esportate si è attestato al +5,8%.

L’incremento dell’export biellese nell’anno 2013 risulta superiore rispetto alla media nazionale (-0,1%), ma inferiore a quella piemontese (+3,8%).


Esportazioni biellesi per principali prodotti.

“In un contesto economico ancora critico – dichiara Andrea Fortolan, Presidente della Camera di Commercio di Biella -. La domanda estera continua a rappresentare un’àncora di salvezza per il sistema economico provinciale. La crescita delle esportazioni biellesi non è omogenea tra i settori e i mercati, ma la forte ripresa dei filati e dell’abbigliamento ci fa sperare in un effetto traino per il resto della filiera tessile. Il fronte asiatico risente del rallentamento del gigante cinese, ma per fortuna altri mercati ad alto potenziale di sviluppo si stanno profilando all’orizzonte e dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità che essi possono offrire, valorizzando le produzioni locali e supportando ulteriormente i processi di internazionalizzazione delle imprese”.

Complessivamente, il risultato delle vendite all’estero è dovuto alle variazioni positive registrate soprattutto dai macro-settori delle attività manifatturiere (+2,5%), dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+95,6%) e degli altri prodotti (+40,4%). All’interno delle attività manifatturiere gli articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) e le altre attività manifatturiere registrano un incremento pari, rispettivamente, al +12,0% e al +21,0%. Scendendo ulteriormente nel dettaglio, i prodotti tessili, che hanno registrato complessivamente un calo pari al –1,1%, mostrano un andamento differenziato al loro interno: risulta, infatti, positiva la performance realizzata dai filati di fibre tessili (+6,0%), mentre i tessuti e gli altri prodotti tessili riscontrano delle flessioni pari, rispettivamente, al -4,7% e al -3,8%. In decremento risulta essere anche l’export della meccanica (-7,4%) e quello degli alimentari (-29,4%).

Dove vanno i prodotti del Biellese?

Per quanto concerne i mercati di sbocco, il bacino dell’UE 28 si conferma la destinazione principale delle esportazioni biellesi, attirando il 56,9% delle vendite all’estero. Si rivelano positive le esportazioni verso la Francia (+23,4%), la Bulgaria (+11,2%), la Romania (+10,0%), l’Austria (+9,2%), il Regno Unito (+2,5%) e la Germania (+1,0%), mentre sono in diminuzione le vendite all’estero verso gli altri principali partner commerciali europei, tra cui si segnala il calo pari al -14,4% registrato dalla Spagna. In totale, l’export biellese diretto verso i paesi dell’area comunitaria ha rivelato una dinamica positiva pari a +5,9%. Le vendite all’estero dirette ai partner extra-Ue 28 nei dodici mesi del 2013 hanno registrato un calo (-0,9%), provocato soprattutto da Hong Kong (-11,3%), dal Giappone (-8,3%) e dalla Cina (-5,9%). Risultano, invece, in incremento le esportazioni verso la Russia (+49,0%), la Corea del Sud (+20,9%), la Turchia (+13,7%), la Svizzera (+10,5%) e gli Stati Uniti (+4,4%).

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