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Cronaca

Si salva dall’accusa di usura, ma viene condannato ugualmente

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E’ assolto dall’accusa di usura Luciano Maccapani, 64 anni, ma condannato a un anno per resistenza a pubblico ufficiale e rapina. Quest’ultimo capo d’imputazione ridimensionato nel corso del processo di martedì in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”.

E’ assolto dall’accusa di usura Luciano Maccapani, 64 anni, ma condannato a un anno per resistenza a pubblico ufficiale e rapina. Quest’ultimo capo d’imputazione ridimensionato nel corso del processo di martedì in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”.

L’imputato – difeso dall’avvocato Davide Occhipinti di Novara – aveva effettuato un prestito a due anziani coniugi agricoltori. La cifra del prestito non sarebbe ancora certa, ma verosimilmente si tratterebbe circa 20mila euro. In quel momento, era il 2010, i due anziani stavano passando un momento di seria difficoltà economica e si erano perciò rivolti all’uomo.

I due hanno poi denunciato Maccapani perché qualche mese dopo si sarebbe presentato al cancello della loro azienda, chiedendo indietro 25mila euro. La situazione è poi peggiorata rapidamente: non avendo ottenuto nulla, l’imputato avrebbe aggredito i due coniugi, entrando nella loro proprietà e rubandoo un’auto a lui intestata, ma comunque rimasta a disposizione dei due coniugi. Se n’era quindi andato, raggiunto poi dai militari contro i quali aveva reagito.

L’anziano signore si era quindi costituito parte civile (la moglie è morta nel 2012), assistito dall’avvocato Giuliano Prelli.

Maccapani intanto ha ammesso il prestito, ma si è difeso fortemente dall’accusa di usura, poi caduta. Comunque il tribunale collegiale l’ha condannato a un anno di reclusione per la resistenza e l’esercizio arbitrario, contro i tre anni richiesti dal pm Silvia Baglivo.

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