Cronaca
Due anni fa la tragedia della Concordia e la morte di Maria
Sono trascorsi 24 mesi dalla morte di Maria D’Introno, 30enne di Cavaglià, davanti all’isola del Giglio
Due anni fa il naufragio della Costa Concordia, due anni fa la tragedia e le vite spezzate davanti all'isola del Giglio, due anni fa la morte di Maria D'Introno.
Sono trascorsi ventiquattro mesi esatti dal fatidico incidente che costò la vita alla 30enne di Cavaglià e ad altre 31 persone.
Oggi è il giorno delle commemorazioni, ma anche del processo, che dovrà far luce sulle responsabilità di quanto accaduto quel maledetto 13 gennaio.
E' doveroso, dunque, ricordare questa donna, inizialmente data per dispersa e poi ritrovata alcuni giorni dopo ormai senza vita.
Maria, originaria di Corato, era arrivata a Biella otto anni prima, per amore, per quella passione che la legava al marito Vincenzo Roselli, sposato nel 2006.
«Stavano acquistando casa per farne il loro nido d'amore – raccontava la cognata Natasha quando ancora la disperazione era unita alla speranza di ritrovarla viva -. Si sono davvero trovati, sono una coppia perfetta, felice. Invidiabile. Sono fatti l'una per l'altro».
Maria e Vincenzo, infatti, stavano concludendo le pratiche per l'acquisto di un rustico a Salussola, da trasformare in una villetta bifamigliare. Una storia romantica che pareva quasi una favola. Finchè in una notte di metà gennaio, non è iniziato l'incubo.
A fare luce sulla dinamica di questa tremenda vicenda era stato l'avvocato della famiglia, Cristina Botto: «Stando alle notizie in nostro possesso – diceva all'epoca dei fatti – Maria è stata ritrovata in acqua verso l'una e mezza di notte».
L'epilogo di un racconto drammatico: «Le scialuppe erano tutte esaurite e il personale di bordo ha cercato di fare scendere i passeggeri da un lato, ma il tentativo è stato fallimentare. I passeggeri sono stati, quindi, costretti a riattraversare la nave per calarsi dal lato opposto che si stava velocemente inabissando. Scorgendo in lontananza delle luci hanno capito che erano vicini ad una costa e con l'acqua già ad altezza vita hanno formato una catena umana per buttarsi in mare».
«Fino a quel momento – era stata la ricostruzione di Cristina Botto – Maria e suo marito Vincenzo Roselli erano mano nella mano. Dovendo però scavalcare la ringhiera, la mano di Maria ha lasciato quella di Vincenzo. Quell'attimo è risultato fatale. Probabilmente Maria è stata travolta dalle centinaia di persone che dietro di lei tentavano disperatamente di mettersi in salvo. Vincenzo e il resto della famiglia, dopo una lunga camminata in mezzo a sterpaglie, al freddo e al buio, sono riusciti a raggiungere la scogliera, con la speranza di ritrovare Maria a riva, in mezzo agli altri passeggeri. Ma lei purtroppo non ha mai risposto alle ripetute chiamate».
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